Il “Guardian“ agli inglesi: "Andate a Urbino"

L’autorevole giornale britannico suggerisce i luoghi del mondo da visitare dopo la pandemia. La città ducale è in testa

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Dopo l’endorsement dell’australiana Lonely Planet che la poneva tra i must del 2020 (e dopo il recente servizio di CNN), Urbino è tra le perle nascoste italiane che il Guardian consiglia come meta dell’estate 2022, sperando che sia di buon auspicio per la tanto agognata ripartenza.

Il quotidiano britannico, uno tra i più stimati ed autorevoli del Paese, ha creato una nuova rubrica primaverile sul turismo in cui, puntata dopo puntata, si analizzano le mete estive più meritevoli tra le meno frequentate dal turismo di massa. Dopo la Grecia e la Croazia, The Guardian, a firma della giornalista Liz Boulter, ha passato al setaccio l’Italia. Solo sei i posti consigliati: dopo Oristano con la penisola del Sinis, al secondo posto l’autrice ha collocato proprio la città ducale. Seguono la siciliana Menfi con i dintorni (denominati molto britannicamente “Menfishire“), l’Oltrepò pavese, Grado e infine il parco nazionale del Pollino. Non stupisca che tra le sei mete una buona metà siano zone a vocazione vinicola: gli Inglesi gradiscono i brindisi. "Sono passati ormai più di due anni – esordisce l’articolo – dal momento in cui l’Italia ha dichiarato per prima il lockdown. Da quando sono ripresi i viaggi, siamo rimasti sorpresi di trovare un Paese che aveva un atteggiamento molto poco britannico nei confronti delle code e dello spazio personale improvvisamente distante e obbediente. Continuano ad esserci molti meno baci e abbracci per strada. Ma tutto il resto che fa apprezzare l’Italia – cibo, vino, storia, arte, paesaggi e persone – è ancora lì da assaporare, e tanto più appagante fuori dai circuiti turistici più battuti". Segue l’analisi delle singole mete, con dettagli artistici, enogastronomici e di costume. Per Urbino, vengono esaltati "i suoi edifici in mattoni rossi", il "centro storico pedonale con pendii ripidi e vicoli stretti fiancheggiati da chiese e palazzi del XV secolo", ma anche lo scarso affollamento, mitigato dalla presenza di studenti. Si parla ovviamente del palazzo ducale, di Federico da Montefeltro e delle opere custodite in galleria; la Città Ideale è il pretesto per dire che Urbino è meno perfetta ma fortunatamente non ancora così deserta. La giornalista cita poi la casa natale di Raffaello, la rampa, il teatro. "Difficile mangiare male a Urbino, – conclude Boulter – una specialità sono i passatelli, simili alla pasta ma fatti con pane grattugiato, uova e tanto parmigiano". Non è stata citata la crescia sfogliata: inequivocabile indizio che la giornalista si è documentata bene, ma a Urbino ancora non c’è stata. La aspettiamo.

Giovanni Volponi