"Come il gabbiano sullo scoglio esito per poco e spicco il volo". Sono le parole con le quali Silvia Cecchi, sostituto procuratore del tribunale di Pesaro da quasi 40 anni, ha salutato ieri colleghi, collaboratori, polizia giudiziaria e avvocati. Lo scorso 31 ottobre è stato il suo ultimo giorno di servizio prima della pensione. E’ stato un discorso di commiato intenso e vibrante di emozione in cui il garbo e l’eleganza delle sue parole si è fuso con la limpidezza e il rigore della sua storia professionale.
A salutarla c’erano circa 200 persone tra cui il nuovo procuratore di Pesaro Marco Mescolini che prenderà servizio a Pesaro tra poche settimane. Maria Letizia Fucci, procuratrice facente funzioni, Lorena Mussoni, presidente del tribunale e Arturo Pardi, presidente dell’ordine degli avvocati si sono susseguiti nei discorsi di ringraziamento. "Del tanto che ho vissuto cimentandomi in questo lavoro, ciò che mi resta è quanto ho ascoltato e non potrò più smettere di ascoltare, quanto ho visto e da cui non potrò più distogliere lo sguardo, quanto delle cose umane ho imparato senza poter più dimenticare, da sola o nella avventura intima e profonda della condivisione".
Una tra le inchieste più importanti che hanno segnato la sua storia professionale è stata quella che riguarda la statua del Lisippo di Fano, tuttora al Getty Museum di Malibu, per la quale il tribunale di Pesaro ha emesso un’ordinanza di confisca della statua "ovunque si trovi", confermata nel 2018 dalla Cassazione e a maggio 2024 anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Donna di cultura solidissima, non solo giuridica ma anche artistica, letteraria e musicale. Silvia Cecchi ha saputo portare il proprio vasto e multiforme bagaglio personale e metterlo a servizio della comunità. "Continuerò a scavare la terra con le dita", ha detto raccontando i suoi futuri progetti di impegno sociale a sostegno delle battaglie per i diritti umani. L’attenzione verso i più fragili e gli emarginati è il filo rosso che ha da sempre legato il proprio operato in particolare nelle inchieste riguardanti violenze di genere o a difesa dei bambini vittime di soprusi. "Con ciascuno di voi: colleghi che amano questa professione con la stessa mia passione, collaboratori dell’ufficio e della polizia giudiziaria interna ed esterna che hanno un posto essenziale nel mio cuore, avvocati valenti e di squisita gentilezza, offesi e rei, cittadini di ogni età estrazione e genere. Di tutti porterò la lezione e il ricordo".