Spesa: in pescheria come dal gioielliere, sogliole e orate a 30 euro al chilo

Manca il prodotto sui banchi e i prezzi schizzano: colpa dell’esorbitante aumento dei carburanti e del conseguente sciopero degli armatori. I commercianti di Pesaro: "Anche noi facciamo i conti con i rincari"

Pescheria di Pesaro

Pescheria di Pesaro

di Alessio Zaffini

Una volta si diceva che la carne fosse troppo costosa e la gente ricorreva al pesce; adesso, un chilo di mazzancolle costa quanto una bistecca fiorentina, intorno ai 55 euro. La causa dell’aumento è imputabile agli esagerati costi dei prezzi carburante che stanno mettendo in ginocchio i pescatori, in sciopero da quasi 3 settimane: "Speriamo che la prossima settimana ricomincino ad andare per mare – commenta Andreina Bucchi, della pescheria Marcolini –. Di pesce ormai ce n’è poco e quel poco viene venduto a prezzi abbastanza elevati. Il più costoso che abbiamo è la sogliola, che vendiamo a 30 euro al chilo, mentre i più economici sono i pesci azzurri, che vendiamo a 9 euro al chilo. Vogliamo anche andare incontro al cliente, ma è sempre più difficile".

Cliente che, chiaramente, deve farsi un po’ di conti per portare a casa qualche prodotto ittico: "Per fare una cena in casa a base di pesce si va a spendere, almeno, 12 o 13 euro – dice Andrea Terenzi, della pescheria Marcello –, parlando dei pesci più economici. Se si vuole andare a preparare qualcosa di più elaborato si può arrivare anche ai 20 euro. Il problema è che il pesce costa anche a noi venditori: le sogliole mi vengono a costare 22 euro al chilo per poi rivenderle a 30. Non ci piace darle a prezzi così alti, ma, purtroppo, costano tanto anche a noi".

Ormai, i clienti all’interno delle pescherie sono un manipolo di audaci e i pochi che resistono non sono proprio contenti: "Le persone si lamentano e noi non riusciamo nemmeno ad offrire più di una certa quantità di prodotti – racconta Roberto Marchetti, della pescheria Marchetti –. I prezzi crescono sempre di più e il lavoro si fa sempre più difficile. Da noi i prezzi partono dagli 8 euro al chilo per il pesce azzurro fino ad arrivare ai 32 euro al chilo per le orate. E’ chiaro che noi, da parte nostra, cerchiamo sempre di fare dei prezzi buoni per la clientela, ma la situazione ce lo permette fino a una certa misura".

Un segreto per spendere poco, invece, è cercare di prendere sempre il pesce stagionale: "Prendendo un pesce di stagione si va a risparmiare – spiega Roberto Campeggi, della pescheria Fratelli Campeggi –. In ogni periodo c’è una quantità maggiore di un determinato pesce: ora dovrebbe essere il periodo del merluzzo, il quale, prima di tutta questa storia, costava molto poco. Anche questo ha, chiaramente, avuto un sovrapprezzo, ma rimane accessibile a tutte le tasche. Se invece si vuole variare, prendendo altri pesci, la spesa non sarà proprio economica". "È una situazione vergognosa – commenta Davide Ippaso, segretario di Confcommercio –. La lontananza del governo nei confronti di questi aumenti del carburante e delle realtà commerciali fa molta rabbia. Così facendo si rischiano altri scioperi e proteste".