"Io, paziente alla ricerca di un appuntamento Ma il Cup non mi fa prenotare le visite"

Corrado Livi, 51 anni: "Centro prenotazioni, dopo oculistica e gastroenterologia è arrivato l’ennesimo no per endocrinologia". Michele Graziano Giua (Tribunale del malato): "Provate con la Direzione sanitaria e nel caso rivolgetevi ai carabinieri"

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Queste visite non s’hanno da fare. Il rapporto tra Corrado Livi, pesarese di 51 anni, e il Cup, il centro unico di prenotazione, va un po’ così. Non è riuscito a prendere un appuntamento per una visita oculistica, due mesi fa altre difficoltà per quella gastroenterologica, e ora l’ennesimo no per l’endocrinologica. Come dire, tre indizi fanno una prova. Nell’ultimo caso "non mi hanno dato nessuna data perché in calendario non c’era disponibilità da qui a sei mesi", spiega Livi. Il suo medico di base gli ha dato l’impegnativa classe D, ovvero differibile, da fare entro 30 giorni. In questo lasso di tempo qualcuno quindi deve erogarla. "Ma mi costringono ad andare di nuovo a pagamento. Da cittadino sono indignato, non mi danno assistenza medica", lamenta Livi, insegnante di professione. Due mesi fa, per la visita gastroenterologica, ha dovuto pagare di tasca sua il medico privato. Idem tempo prima con quella oculistica.

"Non è possibile – conclude Livi – Anche il medico di base mi ha detto che questi rinvii sono una cosa continua e diffusa. Solo se la visita è breve, da erogare entro 10 giorni, si trova posto. Altrimenti è dura". Attualmente gli appuntamenti giornalieri sono ogni 45 minuti. In passato invece, prima del Covid, le prestazioni erano ogni 15 minuti. Dal Cup fanno sapere che "si stanno rivedendo i tempi, cercando di abbassarli a ogni 30 minuti così ci saranno un terzo di visite in più". Se la classificazione della visita è breve non ci sono problemi, mentre per differibile dipende dal tipo di agenda in cui rientra l’appuntamento. Se si passa alla classe P, programmabile a 90 giorni, il tutto è ancora più difficile. Per questo il Cup sta lavorando per cercare di ridefinire le tempistiche delle circa 10mila agende. Il problema delle mancate prenotazioni è quindi reale. Così tanto che ogni giorno qualche cittadino deve rivolgersi al Tribunale per i diritti del malato, il quale cerca di tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari e assistenziali.

Per la sezione di Pesaro il responsabile è Michele Graziano Giua che spiega: "Io in prima battuta ai pazienti consiglio di parlare con la direttrice e il direttore sanitario di Marche Nord. Poi se la cosa non è fattibile di andare dai carabinieri. Non sono un guerrafondaio ma non avere un appuntamento è una cosa fuori dal mondo, è ora di darci un taglio. Quando ero in ferie ho ricevuto cinque segnalazioni in pochissimi giorni. La situazione si è incancrenita". Adriana Amello, collega di Giua, responsabile del Tdm sezione di Fano, spiega: "Tanti anziani si ritrovano a chiamare il Cup regionale. Ma al paziente viene detto di andare ad Ascoli Piceno o San Benedetto del Tronto e non ci va – date le difficoltà per gli spostamenti e i costi – Le risonanze magnetiche e le visite endocrinologiche sono le agende più difficili. Noi cerchiamo di aiutare tutti". Come conferma, a un’altra signora anziana le è stato detto di andare a Macerata. Ma anche ha è finito per pagare la visita di tasca sua.

Nicholas Masetti