L’Ateneo “sigilla“ l’intesa per la legalità

Solenne cerimonia con il ministro Luciana Lamorgese. Siglato il patto tra la rappresentante del governo e l’università urbinate

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Dopo i recenti Paolo Fresu, Nuccio Ordine, Martin Kemp, Lea Tarchioni e altri personaggi italiani e stranieri, anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha ricevuto il sigillo d’ateneo dell’Università di Urbino, "massimo riconoscimento che l’istituzione possa conferire". Glielo ha consegnato Vilberto Stocchi, all’ultima cerimonia di questo tipo in veste di magnifico rettore della Carlo Bo: "Durante la sua carriera, Luciana Lamorgese ha tradotto il proprio desiderio di impegnarsi al servizio degli altri, dando priorità al fare anziché all’apparire. Ha dimostrato – le parole di Stocchi – di avere a cuore il ruolo che l’università svolge per il paese e oggi, con la sua presenza, ribadisce l’impegno delle istituzioni per riprendere il cammino interrotto qualche mese fa con la pandemia. Il suo luminoso percorso è un esempio di devozione al dovere e attaccamento allo Stato, ha onorato le istituzioni e il Paese in virtù del suo riconosciuto rigore e del suo spirito di solidarietà e supporto nei confronti della comunità. Il suo percorso istituzionale, sempre contraddistinto da condivisione e dialogo tra istituzioni e cittadini, costituisce un prezioso patrimonio messo poi in campo durante l’incarico da ministro dell’Interno. Per questi motivi le conferiamo il sigillo d’ateneo".

Approfittando della presenza dei cinque prefetti delle Marche, del presidente della Regione, Francesco Acquaroli, del sindaco Maurizio Gambini, del prosindaco e parlamentare Vittorio Sgarbi assieme ad altri sindaci della provincia, dell’arcivescovo Giovanni Tani e dei rappresentanti delle forze dell’ordine, Stocchi ha ringraziato tutti "per aver partecipato ai tanti eventi organizzati da Uniurb in questi anni, dimostrando vicinanza. Oltre ai sentimenti di reciproca stima sono nati e si sono consolidati rapporti di sincera amicizia che mi onorano e porterò con me per sempre".

Emozionata per il riconoscimento ricevuto e per essere tornata "in una regione in cui in passato ho vissuto", Lamorgese si è detta onorata "di poter ricevere il sigillo da una delle università più antiche d’Europa. Sono stati tanti anni al servizio dell’amministrazione pubblica e degli altri, in cui ho cercato di affrontare ogni situazione con senso del dovere, responsabilità e attenzione a dialogo e ascolto. Il territorio fa riferimento a noi e alle nostre componenti, siamo un’unica famiglia, e nell’attività che svolgo ora, rispetto a quelle precedenti, c’è un senso di squadra, che è un elemento aggiuntivo. Il prestigio dell’Università di Urbino sta anche nell’aver valorizzato il rapporto con la comunità in cui opera: la cultura è la nostra storia e i giovani rappresentano una grande opportunità per il Paese, ma dobbiamo saperla cogliere e metterli nelle condizioni migliori. La loro creatività, unita alla visione del futuro, potrà permetterci di avere una classe dirigenziale all’altezza delle sfide che ci attendono".

Secondo il ministro, in un tempo di crisi, anche economica, come quello che viviamo oggi, c’è il serio rischio di un proliferare della criminalità organizzata "che facilmente si adatta a queste situazioni. Dobbiamo monitorare sempre. Anche per questo, oggi sigliamo qui un protocollo, condiviso con il rettore Stocchi, il prefetto Vittorio Lapolla e il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, chiamato “Intesa per la legalità“. Grazie a esso, estendiamo i controlli antimafia anche al di sotto dell’attuale soglia e, indipendentemente dagli importi, le informazioni antimafia saranno richieste anche per alcuni ambiti particolari, su contratti particolarmente sensibili. È un protocollo pilota che sarà esteso a tutto il territorio nazionale, anche nei confronti degli altri atenei".

Nicola Petricca