La doppia anima del "Campioli": freschezza antica e materia viva

Il Bianchello del Metauro Fiorini continua a fare la storia con la nuova versione macerata. Andy e Roy: vini da mangiare.

BARCHI

Il ricordo di Valentino FIorini si staglia nel tempo come il profilo di queste colline segnate dai vigneti. E’ qui che è nato il Bianchello del Metauro Doc, dalle mani affusolate del fondatore, del contadino agronomo che decise di dare dignità a queste uve, aprendo la strada. Da tempo Valentino non c’è più, ma il grande albero che piantò davanti alla casa patronale, di fronte alla cantina, come pegno d’amore per la signora Silvana, è cresciuto e ha dato molti frutti. Ora alla guida dell’azienda c’è sua figlia Carla, con il marito Paolo, la quale è andata molto più avanti, ma con uno sguardo all’indietro. Ha cioé concepito vini nuovi, ma pensando sempre alle sue origini, alla civiltà contadina tanto cara ai suoi genitori e a dare continuità, ad esempio, all’etichetta simbolo dell’azienda: il Bianchello del Metauro Campioli Fiorini. Un vino che ha mantenuto la prerogativa di un tempo, la nota che lo aveva distinto subito, facendone il manifesto del vitigno povero diventato finalmente vino di pregio e a denominazione di origine controllata: la freschezza. Possiamo apprezzare, in questo calice, profumi che ci riportano all’erbario domestico, alla salvia, alla maggiorana, al fiore di sambuco.

C’è in esso un ondivago divenire, un incedere di giallo e verde, una trama olfattiva che esprime sentori di senape selvatica, l’arbusto delle nostre campagne dai fiori gialli e dal riverbero vegetale, quindi di balsami dati da gelso bianco e aneto. Al sorso è fruttato di pesca e albicocca e soprattutto minerale. Se il Campioli è stato l’inizio di tutto, vini come il Buccinato di Campioli ne sono la naturale evoluzione. Un vino ottenuto dalla macerazione delle uve e dunque capace di sensazioni più carnose, materiche, pregnanti già all’impatto olfattivo, segnato da note di miele di asfodelo e minerali con tendenza calcarea, seguite da carambola e pompelmo candito. L’assaggio ci riporta all’essenza dell’acino e libera altre tendenze balsamiche come l’elicriso, l’arbusto di macchia con echi di radice di liquirizia. Andy e Roy sono altri vini bio, il primo Bianchello e il secondo Sangiovese, molto interessanti e di forte connotazione materica. Vini da mangiare.

d. e.