"È un paradossale caso di digitalizzazione che, invece di semplificare, sta complicando la vita a molti cittadini fragili e ai loro familiari". E’ l’incipit della lettera – debitamente firmata - giunta in redazione: "Da ottobre 2024 – si spiega – è stata introdotta una nuova procedura telematica per il rinnovo delle prescrizioni di ausili sanitari per persone invalide. I medici di base devono inviare i certificati digitalmente all’Ast, eliminando la consegna cartacea. Tuttavia, il sistema sta creando più problemi di quanti ne risolva. Molti certificati vengono sistematicamente respinti, costringendo pazienti e familiari a ripetuti viaggi tra studi medici e uffici Ast. Dopo multipli tentativi falliti per via digitale, l’unica soluzione offerta è paradossalmente tornare al vecchio sistema cartaceo. Questa situazione genera disagi significativi: ore perse tra attese e spostamenti, medici costretti a ripetere più volte le stesse procedure, ritardi nell’erogazione di presidi essenziali per persone non autosufficienti. Che senso ha una digitalizzazione che non funziona e costringe al ritorno al cartaceo? Come possono gestire queste difficoltà le persone invalide sole o i familiari che lavorano? Un presunto processo di semplificazione si è trasformato in un’odissea burocratica che penalizza proprio i più fragili".
Cronaca"La mia odissea nella burocrazia"