La missione dell’Anpi: ripudiare la guerra con tutte le forze

Luciano Violante appena eletto Presidente della Camera cercò di saldare il patriottismo repubblichino con quello dell’antifascismo in nome della identità e unità nazionale. Fu un tentativo, per quanto nobile, per fortuna respinto. Ma il revisionismo storico scava ancora (ci casca anche il Roberto nazionale che nella Vita è Bella fa liberare il campo di concentramento dagli americani e non dai sovietici, del resto Hollywood non è a Mosca), scava ora. Anche per contrastare questo fenomeno è stata saggia la scelta dell’Anpi di non scomparire con la morte naturale dei Partigiani e mettere nelle mani dei giovani tutta la specificità della nostra Resistenza e della nostra lotta di Liberazione. Sono i giovani nati dopo la caduta del Muro e ad essi compete anche tenere ben salda anche l’altra idea forte nata dal nostro antifascismo: l’idea di Europa del Manifesto di Ventotene. Europeista, fortemente antinazionalista, federalista, antifascista e antiautoritario, in buona parte socialista. Se non ora quando? Confondere la legittima lotta nazionale dell’esercito ucraino contro un esercito invasore con la nostra Resistenza è da ignoranti. Stupirsi che l’Anpi contrasti l’invio di armi ad un paese belligerante non legato all’Italia da alcun trattato internazionale significa non conoscere il legame indissolubile fra l’Anpi e la Costituzione nata dalla Resistenza. C’è solo una parola che può legare il nostro 25 Aprile alla sofferenza del popolo ucraino e quella parola è Pace. In fondo la vera missione dell’Anpi in ogni 25 Aprile: testimoniare l’orrore della guerra e ripudiarla con tutta la forza possibile.

Oriano Giovanelli

ex sindaco di Pesaro

ed ex parlamentare