BEATRICE GRASSELLI
Cronaca

"La spiaggia non deve essere arata". Polemica sui lavori di pulizia

Allarme tra gli ecologisti: il delicato habitat tra terra e acqua si compromette con queste azioni violente. Nel mirino ci finisce Marche Multiservizi, che aveva fatto delle operazioni di manutenzione.

La spiaggia di Gabicce Mare è stata arata. Questa azione, fanno notare da molte parti, influisce negativamente sull’ecosistema marino

La spiaggia di Gabicce Mare è stata arata. Questa azione, fanno notare da molte parti, influisce negativamente sull’ecosistema marino

La spiaggia non è un campo da arare. La manutenzione dell’arenile effettuata l’altro giorno dai mezzi di Marche Multiservizi, sia nelle parti dove sono presenti le concessioni sia negli spazi di spiaggia libera, muove le critiche degli ecologisti di Gabicce Mare. A finire nel mirino, nello specifico, i lavori eseguiti nella zona Sottomonte, dove per la particolare conformazione della costa e per l’assenza di concessioni, gli ecologisti ritengono che sarebbe stato meglio evitare di intervenire. "Un conto è ripulire la spiaggia togliendo tronchi e alghe con un intervento superficiale, un’altra cosa è invece smuovere la sabbia in profondità come è stato fatto stavolta – sostiene la portavoce di Europa Verde di Gabicce Mare, Fiorella Andreatini –. La battigia rappresenta un ambiente fragile e molto importante per la vita del mare, pertanto gli interventi di pulizia dovrebbe essere leggeri e superficiali. Soprattutto in una zona a vocazione più naturalistica come l’area Sottomonte, dove gli interventi sull’arenile dovrebbero essere minimi e limitati solo alla rimozione delle alghe, senza movimenti di sabbia".

L’appello della portavoce locale degli ecologisti viene accolto da chi da decenni si occupa di biologia marina, difendendo il valore degli ecosistemi della spiaggia. "Non c’è alcuna necessità di fare una cosa del genere – sostiene il biologo marino, istruttore sub e socio fondatore di Fano università del mare, Gianfranco Rossi – soprattutto nelle zone di spiaggia che si trovano in contesti non attrezzati. Purtroppo serve un passo in avanti rispetto all’attuale mancanza totale di conoscenza dell’ecologia del sistema spiaggia. Si tratta di un ambiente vivo, abitato da tantissimi organismi che hanno il loro habitat tra la sabbia e l’acqua e svolgono un ruolo fondamentale per la salute del mare. Qui ad esempio – prosegue Rossi – vivono creature come le arenicole i cui movimenti ossigenano la spiaggia e la tengono viva, in un sistema di interazioni complesse con tantissimi organismi. Tutto questo cerchiamo di insegnarlo agli studenti facendo lezioni sul campo sull’ecosistema spiaggia, con l’obiettivo di contribuire a un necessario cambiamento culturale". Una direzione che sul piano normativo, del resto, pare già essere tracciata. "Entro il 2030 occorrerà aumentare le aree protette del 30% – spiega il biologo –. Una scelta necessaria perché il mare ha bisogno di tanto spazio per respirare".

Beatrice Grasselli