La telenovela della zarina e l’export a picco

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Maurizio

Gennari

ambasciata ombra di Valentina Matvienko sul San Bartolo sta diventando l’argomento gossip dentro una tragedia, anche economica. Perché arrivano e chiedono: "Oh, ma è vero che è proprietaria anche del faro?". Oppure: "Com’è la storia della Rolls cabrio"?". Quindi: "Vero che si sono scolati in una cena vini per oltre 50mila euro?".

I giornalisti dei programmi tv visto il ruolo di questa donna in Russia, chiamano in Comune per avere commenti. Ora nessuno sa niente, nessuno sa come è fatta, anche se dentro l’ambasciata ombra sono girati amministratori, banchieri, ex esponenti delle forze dell’ordine, avvocati che hanno mandato parcelle da... sceicco, girandola di milioni di euro in triangolazioni bancarie. Ed anche... nudisti: quelli che risalivano il costone del San Bartolo – spettacolo poco edificante –, spuntando davanti ad un ministro cinese che prendeva il sole in piscina. Ma questo è il tempo dei vuoti di memoria.

Ma dietro a questa signora con mobilio verde punteggiato di foglie d’oro, la città ha tratto beneficio perché alle spalle della filiera Valentina Matvienko si sono spostate ville e alberghi ed altro ancora. Posti di lavoro. Soldi dati al Rof non solo da lei, ma anche Boris Spiegel – 4 guardie del corpo e 3 segretarie –, così come Mikhail Fridman, tra i 60 uomini più ricchi del mondo.

Ma a questo punto diventa tutto un Amarcord perché gli effetti, anche collaterali, sono cessati o stanno per finire, forse per sempre. E’ sparito anche il cartello dei lavori davanti al cancello dell’ambasciata ombra subito dopo l’invasione dell’Ucraina.

Questo pezzo di storia cittadina, è ora una pagina da operetta dentro il frullatore mediatico. Il lato negativo? Che ci sono decine di aziende con l’export bloccato per milioni di euro e cassa integrazione alle porte. L’attualità di questo cataclisma, è: c’era una volta la zarina Valentina...