"La vita stravolta dalla pandemia L’unico divertimento ora è a scuola"

La confessione di 4 ragazze del liceo Mamiani: "Il virus ci sta rubando l’adolescenza". "Prima si bramava l’arrivo del week end, adesso puntiamo al lunedì". " E chi è in Dad, a volte viene dimenticato dai docenti"

Migration

di Giorgia Monticelli

"Prima non aspettavamo altro che il weekend per incontrare i nostri amici e svagarci un po’. Ora il lunedì, e quindi il rientro in classe, è l’unico passatempo che ci è concesso". Con queste parole cariche di tristezza e sconforto, quattro studentesse, tutte diciottenni, della 5ª B di Scienze Umane al Liceo Mamiani – Chiara di Tella, Rebecca di Gregorio, Martina Denti e Margherita Boccalini - hanno spiegato quello che stanno passando da oltre due anni e di come la loro vita sia cambiata radicalmente a causa della pandemia.

Covid, Dad, tutte le gite scolastiche annullate e pochi spazi per divertirsi nelle ore post-scolastiche. Un dramma che i giovani studenti accettano con difficoltà. "Sappiamo che la situazione che siamo costrette a vivere in questo momento non è attribuibile a colpe di nessuno – ha sottolineato di Tella – ma per noi la vita è cambiata. Non abbiamo più svaghi, siamo costantemente nervose e spesso la scuola, ed i professori, sembrano non capire il nostro stato d’animo".

Dei ragazzi, quelle che rappresentano la nuova generazione, abbandonate ad un destino incerto e poco chiaro che spaventa per il futuro di ognuno, anche scolastico: "La nostra classe ora è divisa in due – continuano le quattro ragazze -, una metà rimane a scuola in presenza e l’altra metà, invece, è in dad. Chi è in presenza, per volontà dei professori, è soggetto ad interrogazioni mentre chi è in Dad viene abbandonato a sé stesso, delle volte i docenti quasi si dimenticano della loro presenza. La conseguenza? Noi, in presenza, siamo continuamente sotto stress e loro a casa saranno costretti, una volta tornati in classe, a recuperare velocemente tutte le materie che hanno indietro", eppure, continuano le ragazze: "Riteniamo che la Dad, per tutti, sia la scelta migliore per la sicurezza di studenti, docenti e personale".

La scuola, quindi, sembra non aiutare lo stato d’animo e la tranquillità degli studenti, i pochi spazi disponibili all’esterno del contesto scolastico si sono talmente ridotti, tanto da non riuscire a lasciare momenti di svago per i giovani: "Prima non vedevo l’ora che arrivasse il fine settimana, adesso non vedo l’ora di tornare a scuola il lunedì per rivedere i miei compagni – dice la giovane Martina Denti -, non ci sono più spazi per svagarci e quei pochi rimasti non sono abbastanza stimolanti, ci sentiamo costantemente limitati in tutto". "Spesso il sabato – continua Chiara di Tella – ci si incontra la sera a casa di qualche amico ma non ci si diverte più come prima, passa la voglia di fare tutto e nessuno è più stimolato a fare nulla".

Le quattro ragazze vivono questa situazione da metà della terza superiore, come tanti loro compagni. Ora frequentano il quinto liceo e dicono di sentirsi come "private delle esperienze che costruiscono l’adolescenza". Danni che ricadono sul contesto psicologico dei giovani senza che loro se ne rendano nemmeno conto: "Se qualcuno mi chiedesse – ha continuato di Tella – che effetti collaterali mi ha portato la pandemia a livello psicologico probabilmente direi ‘nessuno’, ma adesso che ci inizio a pensare con attenzione, la mia vita è completamente cambiata. Il Covid ci ha creato ripercussioni di cui nemmeno noi, ora, siamo a conoscenza ma che forse capiremo meglio tra qualche anno".