L’altro fronte: "Sit-in per le guardie mediche"

Il Pd lancia la mobilitazione, venerdì a Vallefoglia e poi a Gabicce. "La continuità assistenziale è una garanzia anche per il Pronto soccorso"

Migration

Il Partito democratico ha convocato segretari e delegati da tutta la provincia per annunciare presìdi e raccolte firme sul territorio con cui chiedere la riapertura delle guardie mediche. "Hanno basato una campagna elettorale sul potenziamento delle strutture mediche e invece già otto postazioni sanitare nella nostra provincia sono state chiuse o ridotte – tuona la segretaria provinciale del Pd Rosetta Fulvi –. Dalla settimana prossima attiveremo dei sit-in per evidenziare l’importanza della guardia medica sul territorio e sostenere una raccolta firme per la loro riapertura".

Il primo appuntamento sarà venerdì, alle 9 davanti alla guardia medica di Vallefoglia-Montecchio e poi alle 10 davani a quella di Gabicce-Gradara. "La giunta Acquaroli sta indebolendo la sanità locale. La guardia medica a Mondolfo ha chiuso completamente, Mondavio e Pergola sono state accorpate e, in tutto luglio, saranno aperte entrambe soltanto per due giorni del mese. Persino Fano e Pesaro sono state parzialmente chiuse – afferma la consigliera regionale Micaela Vitri –. Saltamartini ha aumentato il carico di lavoro e non ha incentivato i medici a rimanere promettendo 40 euro lordi (23 di base più 17 di integrazione regionale) che non sono mai arrivati. Dice che è un problema di stampo nazionale ma l’accordo di febbraio, a cui fanno riferimento i sindacati, riguarda la regione".

"Come fa questa giunta a parlare di ampliamento e nuove aperture quando il personale sta andando via? Danno la colpa alle borse di studio che noi avevamo già in programma di ampliare, ma il problema è un altro: non c’è attrattività. I medici preferiscono andarsene in Romagna – aggiunge il consigliere Andrea Biancani –: hanno eliminato anche le Usca (i medici a domicilio dell’era Covid, ndr), quindi ora se hai il Covid devi andare al pronto soccorso e rischi di diffondere il contagio perché non c’è più assistenza a domicilio".

"Quando chiediamo spiegazioni la risposta è che abbiamo governato per 25 anni e quindi tutto questo è colpa nostra. Eppure due anni fa le guardie mediche c’erano. Pensate che a Pesaro è rimasto soltanto un medico" aggiunge il segretario Pd di Pesaro Giampiero Bellucci. "Chiudere le guardie mediche non vuol dire solo creare un disservizio ma anche mettere in difficoltà il pronto soccorso riempiendolo di codici bianchi e verdi che lì non dovrebbero proprio esserci" conclude Renato Claudio Minardi, delegato per il Pd di Fano.

Teobaldo Bianchini