L’amica: "Lui l’aveva già minacciata di ammazzarla"

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Nataliya aveva paura del marito. L’avrebbe minacciata di morte due settimane prima dell’omicidio. A riferirlo è stata ieri mattina, a margine dell’udienza, un’amica della vittima, ma anche dello stesso Cangini, Savina Nelia. Lei è una delle persone a cui l’80enne aveva telefonato per dire quello che aveva fatto, che aveva ucciso la moglie. Savina era stata citata come testimone, ma poi non è stata sentita dal momento che i legali dell’imputato hanno accettato di far acquisire tutti gli atti di indagine. "Eravamo amiche da tanti anni, era una donna bravissima, ma conosco anche Vito e anche lui è sempre stato una brava persona – ha detto Savina – però negli ultimi tempi, le cose tra loro non andavano bene. Erano stati in Ucraina e al ritorno Nataliya mi aveva raccontato che avevano litigato, che lui non voleva che lei lavorasse così tanto. Poi è successo che per due notti lei ha dormito fuori. Nataliya, oltre a fare la cuoca, lavorava anche come badante. E per due notti ha dormito a casa della persona che assisteva. Non era voluta tornare a casa. Vito era andato da lei, avevano parlato. E tutto sembrava ritornato tranquillo. Ma poi…" Poi, l’omicidio. Annunciato, a dire dell’amica. "Due settimane prima, Nataliya mi aveva detto che lui l’aveva minacciata di morte". Dopo il delitto, Cangini aveva chiamato Savina. "Mi ha telefonato dicendomi: "lei non viene più, l’ho uccisa. Allora io ho chiamato al suo cellulare. Mi ha risposto Vito". E ha capito che era vero che Nataliya non c’era più.

e. ros.