L’arte per evocare la pace con il lavoro di Fabiani

In mostra nello studio fotografico “Mimosa“ di via Federici a Pesaro l’ultimo lavoro dell’artista che si ispira a Daisaku Ikeda, leader buddista

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L’arte che dà alla pace una possibilità. A inizio mese è stato inaugurato nello studio fotografico Pelicula a Pesaro, al centro “Mimosa“, in via Federici, in zona Villa San Martino, il quinto appuntamento di “Sondare l’altrove“, progetto ideato da Michele Alberto Sereni in collaborazione con la curatrice Milena Becci e l’artista Nevio Mengacci.

La mostra, dal titolo “Let’s give peace a chance“, è stata organizzata all’interno della manifestazione "Se vuoi la pace prepara la pace", promossa dall’Università per la pace e dalla Fondazione Pescheria, con il patrocinio della Regione Marche, del Consiglio Regionale delle Marche e del Comune di PesaroAssessorato alla Bellezza.

È Paolo Fabiani il protagonista di questa nuova avventura, artista toscano che da sempre riflette sulle tematiche legate alla diffusione della cultura della pace e si impegna concretamente nella costruzione del dialogo attraverso arte e umanità.

A tal proposito Fabiani scrive: "La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità. Questo è l’incipit del romanzo del mio maestro Daisaku Ikeda dal titolo “La rivoluzione umana“. Il presidente Ikeda è leader del movimento buddista per la pace mondiale Soka Gakkai International e spiega che la pace non è un concetto astratto, nasce dalle azioni di ogni giorno e, soprattutto, della direzione del cuore".

L’artista è stato regista ed esecutore, all’interno dello studio del fotografo pesarese, di un’azione pittorica in cui, alla presenza del pubblico, ha realizzato uno dei suoi “Soffi“. Tre i bambini, simbolo del futuro e della purezza, invitati a soffiare il colore con il compressore dopo che l’artista ha lavorato con il nero. Aperta fino al 30 da martedì a sabato, dalle 16 alle 19, ingresso libero.

Luigi Diotalevi