Lucia Annibali, agguato con l'acido. I sicari già fuori tra sette mesi

Possono chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Talaban scrive alla Annibali

Lucia Annibali

Lucia Annibali

Pesaro, 21 marzo 2019 - Il sicario che ha lanciato l’acido in faccia a Lucia Annibali si è pentito del suo gesto. E ha chiesto scusa. Rubin, detto Ago, Talaban, 37 anni, albanese, condannato a 12 anni di reclusione, rimasto muto per sei anni e comunque negando qualunque addebito, ha inviato un mese fa una paginetta scritta a mano all’indirizzo dello studio legale Luciano e Lucia Annibali di Urbino.

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Ieri alcuni stralci sono stati pubblicati dal Corriere della Sera: «...perdona il mio gesto indegno e brutale e perdona me che lo fatto (...) Ho provato ad essere nei tuoi panni e non posso stare più di qualche secondo nei momenti di dolore e di sofferenza causati da me. Che io sia maledetto per sempre(...) Vorrei abbracciarti e stringere le tue mani con le mie. Puoi essere la mia guida anche se il peccato lo porterò a vita (...) Non posso fare l’indifferente come se non c’è stato niente (...) Allungami la mano, Lucia, perché non sono un mostro ma un grande errore. Se mi perdoni mi aiuti». Lucia Annibali ha accettato quella richiesta di perdono a patto che «...quell’uomo sia consapevole di quello che ha fatto. Ma il perdono serve più a lui che a me. Deve fare i conti con quello che ha fatto come io convivo ogni giorno con quello che mi ha fatto, perdono o non perdono. Comunque ogni detenuto recuperato è una garanzia di sicurezza per la società intera».

Rubin Talaban ha ammesso il suo ruolo di sicario

Quella lettera l’ha ricevuta il papà di Lucia, l’avvocato Luciano Annibali di Urbino. Il quale non svicola sull’argomento: «Spero che questa lettera non sia una farsa, che Talaban non miri ad ottenere permessi, messe alla prova, misure alternative grazie al perdono ricevuto da Lucia. Io concordo in pieno con le parole di mia figlia. Se la detenzione permette ad una persona che ha profondamente sbagliato di redimersi significa che l’intera società ne potrà beneficiare. Ma Talaban si dimostrerà sincero e coerente col suo pentimento e con la richiesta di perdono a Lucia se sconterà in carcere tutti gli anni di pena senza trovare scorciatoie o mezzucci per uscire prima o se non sfrutterà proprio il perdono di Lucia per questi fini. Se al contrario mira proprio alle misure alternative, allora diremo che rimane una persona pericolosa. A proposito, Lucia si batte in Parlamento perché le vittime delle aggressioni siano obbligatoriamente informate dell’uscita dei responsabili anche per i permessi e non solo per il fine pena. Perché proprio durante quelle uscite estemporanee possono tornare a fare del male».

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L’avvocato Francesco Coli, che ha tutelato Lucia Annibali durante i tre gradi di giudizio contro il mandante dell’agguato (Luca Varani condannato a 20 anni) ed esecutori (Rubin Talaban e Altistin Precetaj condannati a 12), spiega: «Bene che Talaban abbia deciso di parlare, ammettere per la prima volta le sue colpe e chiedere perdono. Ma io constato che dopo aver fatto quasi 6 anni di carcere effettivo, aver maturato abbuoni di 3 mesi ogni anno, essere dunque arrivato ad espiare 7 anni e mezzo, Talaban il primo novembre 2019 potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali perché avrà un residuo di pena inferiore ai 4 anni. Sarà poi il tribunale di sorveglianza a decidere ma avendo avuto sicuramente un atteggiamento rispettoso in carcere, inviando la lettera di richiesta di perdono, non è improbabile che possa ottenere il beneficio dell’affidamento in prova. Magari anche grazie al perdono ricevuto. Poi al termine delle sconto della pena sarà espulso ma intanto rimarrà qui, magari a fare il giardiniere al Miralfiore».

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