Ma i pregiudizi sono nella nostra testa

Nel corso della storia si sono verificati ogni sorta di pregiudizi sempre contro le persone o le categorie più deboli della società. L’esempio più calzante è quello contro le donne definite streghe, soprattutto nei secoli delle guerre di religione. Queste erano colpite in quanto spesso sole, senza protezione, oppure poiché possedevano particolari conoscenze in campo erboristico ed erano in grado di aiutare donne partorienti o malate. Tutte queste erano destinate a finire sul rogo. Sempre attingendo al passato va citato il pregiudizio contro i cosiddetti untori, durante la peste del Seicento che vide la morte di persone innocenti, usate come capri espiatori.

Questi esempi nello specifico celano la realtà di gravi problemi storici, che hanno trasformato il volto della società dell’epoca. Esistono poi quei pregiudizi radicati da sempre nel passato, che però hanno dato luogo a immani tragedie in epoche più recenti, come il secolo scorso. Una per tutti è l’esempio della Shoah, nella quale l’odio da sempre esistito contro gli Ebrei è stato strumentalizzato a scopi politici e ha portato alla morte milioni di persone. Anche oggi nella nostra società esistono forme di ostilità dure a morire, come quelle verso le persone di colore e più in generale verso i migranti, colpevoli di rovinare le nostre città con la delinquenza e di togliere lavoro. Da tutti questi casi si può capire come il persistere del pregiudizio dipende da noi, dalla nostra capacità di sganciarci dagli errori del passato e di progredire verso una forma di umanità più evoluta.

Eleonora Montanari 3A