ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Maltrattamenti per 24 anni. Cinghiate ai figli e soprusi

Accusato dall’intera famiglia di averla percossa e umiliata a piacimento. Ieri la figlia, al processo, ha raccontato l’inferno iniziato in tenera età.

Maltrattamenti per 24 anni. Cinghiate ai figli e soprusi

Maltrattamenti per 24 anni. Cinghiate ai figli e soprusi

Colpiva il figlio di tre anni con la cinghia di pelle. Usava anche un bastone. Una sera accompagnò la figlia di sei anni in aperta campagna lasciandola li da sola e costringendola a rincorrere la macchina che se ne andava, è andato a riprenderla solo dietro insistenza della moglie: voleva punire la figlia perché non voleva mangiare la mozzarella a cena. E alla moglie riservava minacce, ingiurie e violenze: "fallita, sei inutile, ti sei ridotta come un vegetale, pazza, ti faccio rinchiudere, ti porto via i figli".

E quando la sera voleva avere rapporti sessuali con lei mandava i figli da soli al parco, lasciandoli ad attendere fino a quando non si riteneva soddisfatto. E non mancavano le ingiurie ai figli: "Non sei mia figlia, sei cattiva" oppure "cretino, scemo, non devi andare a scuola, devi andare a zappare, sei un fallito". E’ con queste accuse, che delineano un contesto di vero inferno domestico che si è protratto per 24 anni, che un 48enne residente a Fano ma originario della Puglia è stato accusato di maltrattamenti in famiglia. Durante l’udienza di ieri che si è svolta dinanzi al collegio è stata ascoltata la figlia, ora maggiorenne, che ha raccontato con sofferenza gli anni della sua infanzia. L’ha fatto con la protezione di un paravento perché non se la sentiva di guardare negli occhi il padre, seduto a pochi metri da lei.

Nella stessa udienza è stato anche ascoltato l’imputato che si è difeso raccontando la propria versione. Ad esempio commentando che, in fondo, con il bastone colpiva solo le gambe dei propri figli. La denuncia nei confronti dell’uomo è stata presentata a ottobre del 2022 da parte della moglie, che al tempo chiese la separazione. L’ha fatto all’indomani dell’ultimo episodio avvenuto i primi giorni del 2022 quando l’uomo avrebbe picchiato con pugni, calci e schiaffi il figlio nell’androne delle scale, di fronte ad altre persone, solo perché non aveva le chiavi di casa. Ma il racconto delle violenze subite inizia dal 1999. I suoi figli sono nati nel 2005 e nel 2008 e solo due anni fa hanno trovato la forza di chiedere aiuto allontanandosi da lui. La denuncia (con l’avvocato Alessandro Pagnini) ha fatto scattare la procedura prevista dalla normativa cosiddetta Codice rosso, per le violenze di genere.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 27 giugno quando, presumibilmente, verrà pronunciata la sentenza.