Quando la forza mentale fa la differenza: Marco Manzini motiva i disabili

Pesaro, il campione paralimpico mental coach di ragazzi diversamente abili: "Sento crescere la loro fiducia e autonomia"

Marco Manzini Motivatore di Vita

Marco Manzini Motivatore di Vita

Pesaro, 25 gennaio 2023 - Nel salotto della tranquilla Strada dei Platani, l’atmosfera è elettrica: i tre giovani sul divano guardano Marco Manzini con occhi che brillano. Perché ’Manzoff’ come motivatore di diversamente abili come lui ci sa fare davvero. Lo psicologo Andrea Battisodo lo convoca ormai da 4-5 mesi per integrare il suo laboratorio casalingo iniziato due anni fa con ottimi risultati.

"Seguivo questi ragazzi in studio singolarmente, poi mi è venuta l’idea di riunirli per dar vita a un lavoro comune: Marco è stata la ciliegina sulla torta - dice Battisodo -, la sua energia è straordinaria, trasmette fiducia e determinazione".

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Federico Fabbri ha 40 anni, lavora alla cooperativa T41 e gioca a baskin nella Lupo: "Il mio problema è l’ansia, l’incontro con Marco mi ha dato un sacco di voglia di credere in me stesso, ci ha insegnato dei valori ed è nata un’amicizia. Da bambino avevo rischiato di affogare, così mi era rimasto il terrore dell’acqua, ma ho vinto la sfida e sono entrato in piscina. Marco dice sempre: se hai paura di una cosa falla. E l’ho fatto, che gioia".

Michael Calcinari ha 33 anni, lavora alla cooperativa Gulliver ed è un ottimo cuoco formatosi all’Alberghiero: "Assimilo i suoi racconti e mi accorgo che poi mi restano dentro, adesso sono convinto di poter avere una vita ancora più autonoma di quella che ho a causa di una sofferenza patita alla nascita che mi impedisce un’andatura regolare. Ho tanti amici, gioco a calcetto e faccio il dirigente di una squadra".

Francesco Tamburini è il più giovane, 22 anni, anche lui con un’occupazione alla Gulliver ed una grande passione per la musica: "Sono un batterista, l’energia mi serve per suonare – dice orgoglioso -. Conoscere Marco è stato molto interessante, lui dà grinta a tutti noi. Sono un tipo preciso, sono bravo anche a cucinare e come giardiniere".

Manzini, campione italiano in carica di para-taekwondo, è fiero di dare una mano a ragazzi in cui rivede le sue difficoltà iniziali quando si riprese dopo l’incidente che lo tenne in coma più di un mese e sembrava averlo condannato alla sedia a rotelle: "Ma non mi sono arreso e oggi mi dà soddisfazione l’attenzione con cui mi ascoltano. La voglia di progredire che vedo in questi ragazzi mi rende felice, sento crescere la loro fiducia, la loro forza mentale. E’ proprio quella che fa la differenza: la gente non se ne rende conto. Dovrebbero leggere tutti il libro ’Non siamo normali’ dove altri atleti paralimpici come me raccontano le loro incredibili storie di rinascita".

Un laboratorio sui generis quello di Andrea Battisodo, figlio dell’ex calciatore di serie A, con due master in psicologia sportiva: "Ci vediamo tre volte la settimana per l’intera mattinata. Non ci limitiamo a parlare dei loro problemi, ma guardiamo film e ne discutiamo, cuciniamo, lavoriamo il legno, d’estate nuotiamo in piscina. Cerco di fare cose concrete insieme ai ragazzi per dimostrargli che possono fare esattamente quello che fanno gli altri. E Marco, che è tornato a lavorare, a guidare, a fare sport, diventando un campione di taekwondo, è proprio l’esempio vivente di tutto questo".

Il gruppo ha anche una pagina Facebook ’BattiCamp i miei ragazzi’ ed un libro in uscita "Psicologicamente sportivo" in vendita online a 5 euro: il ricavato servirà per acquistare materiale per il laboratorio.