Marijuana 'light' per curare il padre, assolto nel Pesarese

Un giovane era stato arrestato con circa un chilo di droga. Disse subito di averla acquistata come medicina. L’altro giorno la fine dell’incubo

Christian Guidi, avvocato difensore del giovane fanese di origini colombiane

Christian Guidi, avvocato difensore del giovane fanese di origini colombiane

Fano (Pesaro e Urbino), 11 luglio 2020 - Era il 9 luglio 2019 quando fu arrestato per detenzione ai fini di spaccio. Sopra l’armadio della sua camera da letto, infatti, i carabinieri di Fano trovarono circa un chilo di marijuana divisa in due buste, che il 26enne fanese di origini colombiane Jorge Lopez Rivera, incensurato, dichiarò subito di aver acquistato legalmente online come medicina per suo padre malato: voleva preparaci dei decotti per alleggerirgli le sofferenze fisiche.

Il gip Paolo De Luca convalidò l’arresto disponendo gli arresti domiciliari. Esattamente un anno dopo, il 9 luglio 2020, però, è arrivata la sentenza che lo scagiona al termine di un processo lungo e doloroso, a cui è stato chiamato a testimoniare anche il papà adottivo di Jorge, Stefano Pascucci, morto poi di tumore pochi mesi dopo la sua deposizione. "Assoluzione piena perché il fatto non sussiste" ha annunciato ieri, nel giorno della beffa, il suo avvocato difensore Christian Guidi . Poche ore dopo quell’annuncio, infatti, nel suo studio legale, è arrivata la notifica di un nuovo provvedimento di chiusura del bar che Jorge gestisce col fratello: il bar Badioli sulla Flaminia. Da ieri, per due mesi, sulle porte stazioneranno i sigilli a seguito di un altro arresto (doppio) effettuato lì dai carabinieri, poche settimane prima del Covid.

"Il mio assitito - commenta l’avvocato Guidi - ha da sempre sostenuto la propria innocenza ed è stato un anno difficile per lui e per la famiglia, anche per la perdita del compianto Stefano Pascucci. La marjuana ritrovata nella sua camera da letto è oggi stato accertata essere di tipo "light" senza effetti droganti o psicoattivi e utilizzata dal padre putativo per tentare di assopire il dolore della tremenda malattia che lo ha avvinto. Eppure a causa di quel ritrovamento il bar del padre, lasciato al fratello Leonardo Lopez, un anno fa ha subito la chiusura forzata di 30 giorni. Oggi di nuovo, nonostante l’assoluzione di Jorge e dunque la palese erronea valutazione dei fatti, nonchè la chiusura per oltre 3 mesi a causa del covid apprendiamo la decisione di una nuova disposizione questorile di chiusura per ben due mesi dopo gli arresti di terze persone nel febbraio scorso fatti a cui dunque i fratelli Lopez sono del tutto estranei: ricorreranno anche contro questo secondo provvedimento e nonostante il tempo per il corso della Giustizia, sono certi di dimostrare le proprie ragioni".

Per Guidi al danno si aggiunge la beffa. Mai titolari del Bar Badioli, che probabilmente non aprirà più, non ci stanno. "Poi si parlerà di chi dovrà risarcirli - annuncia i prossimi passi Guidi - per le vite profondamente turbate e una attività commerciale distrutta, anche per la gogna mediatica a loro ingiustamente riservata. Di certo non sarà semplice riaprire il bar dopo la chiusura del Covid prima e oggi del nuovo provvedimento del Questore. Registriamo che ancora una volta come in Italia siano ancora in vigore norme risalenti al Regno d’Italia non rispettose delle prerogative dei diritti costituzionali: speriamo che i legislatore intervenga a colmare presto questa grave lacuna".