Mascherine irregolari, assoluzione per Pieri

Il presidente di Aspes scagionato: era finito a processo per 550mila dispositivi di protezione non a norma acquistati in Romagna

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di Elisabetta Rossi

Era finito a processo per 550mila mascherine chirurgiche destinate a rifornire gli scaffali delle farmacie comunali ma che la Guardia di finanza aveva ritenuto non a norma. Ieri Luca Pieri, legale rappresentante di Aspes, società proprietaria delle farmacie comunali, è stato assolto dall’accusa di frode in commercio. E con formula piena "perché il fatto non costituisce reato". A chiedere l’assoluzione è stata la stessa procura. Ma il caso non finisce qui. Pieri ha presentato querela per truffa contro la società Eco srl di Cesena del cinese Hao Tzhang. È da questa ditta che Aspes aveva acquistato i dispositivi con tanto di certificati di legge. Una parte della fornitura era stata pagata, ma è arrivata l’indagine delle Fiamme gialle e Pieri aveva ovviamente bloccato il versamento del saldo. Intanto però le mascherine erano andate a ruba in poche ore. Come era naturale in quei giorni. Era, infatti, aprile 2020, il mese della prima grande ondata del Covid, esploso in tutta la sua virulenza. Non si sapeva ancora nulla o pochissimo del Coronavirus. E non si era ancora pronti a fronteggiarlo. Le dotazioni di dispositivi di sicurezza e prevenzione, come mascherine, guanti, camici, si erano dimostrati subito insufficienti a soddisfare il bisogno. E trovarli sul mercato era un’impresa ardua.

"Tra i tanti lotti che abbiamo acquistato, ci era capitato questo da 550mila mascherine" aveva spiegato Pieri, ribadendo di aver comprato e ricevuto la merce con tanto di certificazioni. Un anno dopo però l’ente certificatore si era presentato da Aspes sostenendo che alcuni dei certificati rilasciati potessero essere falsi. E Pieri era finito sul banco degli imputati. Ma ieri il processo si è chiuso a suo favore. "Sono molto contento dell’assoluzione – ha commentato – ero sereno perché eravamo certi di essere estranei agli addebiti. Sono contento per me e per tutti i dipendenti che con questa sentenza vedono riconosciuta capacità e regolarità del loro lavoro e dell’interno lavoro dell’azienda".

Soddisfatto anche il difensore, l’avvocato Carlo Rampino: "Il giudice ha ritenuto sulla base dei documenti depositati e delle sole testimonianze del pm, di revocare i testi della difesa non essendo necessaria altra attività istruttoria per ravvisare l’innocenza di Pieri. È emersa in tutta la sua evidenza, la buona fede di Aspes nell’acquisto, durante i fatti tristemente noti della prima ondata pandemica, di mascherine chirurgiche, dispositivi introvabili all’epoca. Sicuramente con la riforma Cartabia, procedimenti come quello odierno potranno essere risolti già nell’udienza predibattimentale".