Massacrò la moglie, condanna confermata

Omicidio di Gradara, ribaditi in appello 24 anni di reclusione per Vito Cangini. La tragedia nel Natale del 2021. La donna uccisa con dodici coltellate

Massacrò la moglie, condanna confermata

Massacrò la moglie, condanna confermata

di Elisabetta Rossi

Omicidio di Gradara, la Corte d’appello di Ancona conferma la condanna di primo grado a 24 anni di reclusione per Vito Cangini, l’81enne ex saldatore, originario di Sarsina, reo confesso dell’omicidio della moglie Nataliya Kyrychok, 61enne ucraina, cuoca in un ristorante di Misano Adriatico.

Cangini uccise la donna con 12 coltellate la notte di Natale 2021, nella camera da letto della loro casa di Gradara. Nataliya era appena rientrata dal turno di lavoro. Il marito, con cui era sposata da 17 anni, era convinto che lei lo tradisse. Quella sera, la donna avrebbe rifiutato un rapporto intimo e a quel no Cangini ha reagito afferrando un coltello da cucina con cui si è poi accanito, a morte, sulla moglie. Finito a processo per omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale e dai motivi abietti e futili legati alla gelosia, la Corte d’Assise di Pesaro (presieduta dal giudice da poco scomparso Giuseppe Fanuli) aveva accolto la richiesta della procura (pm Giovanni Narbone e Silvia Cecchi) e lo aveva condannato a 24 anni, ma aveva escluso la seconda aggravante. Nel frattempo Cangini era tornato nella sua casa, tra le pareti teatro del delitto. I suoi difensori, gli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi del foro di Rimini, avevano presentato istanza per fargli scontare ai domiciliari la misura cautelare in attesa dei successivi gradi di giudizio. E una volta lette le motivazioni, hanno presentato appello. All’udienza di ieri, la procura generale ha ripresentato lo stesso conto di 24 anni di carcere, parlando di una ferocia ai limiti della preordinazione.

I suoi difensori invece hanno chiesto 21 anni di reclusione, ovvero la rideterminazione nel minimo della pena, ma anche l’attenuazione dei domiciliari in obbligo di dimora. I giudici dorici hanno però detto no alla sostituzione della misura e anche alla concessione di più ore per uscire di casa. Cangini era presente in aula, ieri mattina. Lo è stato per il tempo necessario a ribadire la sua ammissione di responsabilità, ma anche il suo sconvolgimento di vita per quello che ha commesso. Poi però non è rimasto ad ascoltare la sentenza e si è allontanato dall’aula. "Era molto provato – ha spiegato l’avvocato Fiorenzo Alessi – il Cangini ci ha messo la faccia anche questa volta, è un uomo di 81 anni, consapevole di quello che ha commesso e degli effetti provocati. Comunque attendiamo le motivazioni e poi valuteremo se è il caso di ricorrere per Cassazione".