
Il medico del San Raffaele contro l’Ast: "Grave sponsorizzare un repellente di dubbia efficacia". Ma il sindaco Serfilippi difende le misure adottate dal Comune: situazione sotto controllo.
FANO (Pesaro-Urbino)
C’era chi l’aspettava da una settimana. Chi se l’era addirittura prenotato. Ma il famoso kit anti-zanzara promosso dal Comune di Fano e dalla sua azienda dei servizi Aset per contrastare il dilagare del virus Dengue (102 i casi accertati), prima ancora di passare per il registratore di cassa delle farmacie comunali aveva già incassato, piuttosto, la stroncatura senza appello di Roberto Burioni, virologo di chiara fama. Alla lettura della composizione chimica dei prodotti in vendita a 15 euro, il medico del San Raffaele è letteralmente trasecolato. "Ecco i kit antizanzare in vendita a Fano – ha commentato –: pepe della Tasmania, olio di avocado, camomilla e calendula nell’inutile kit dopo puntura. Mentre nel repellente, oli essenziali di lavanda e menta. E il principio attivo repellente quale sarebbe?" Burioni, che già ieri ammoniva sulla necessità di una risposta più energica, anche eliminando definitivamente le zanzare tigre, boccia ogni prodotto del kit: "Utilissimo sarebbe il repellente, ma quello vero e non naturale; il larvicida sarebbe stato utile tempo fa e non ora. Ma mi dite, colleghi fanesi, a cosa serve la ‘pennetta disinfettante’ nella prevenzione della Dengue?" E conclude: "Se le istituzioni avessero ‘sponsorizzato’ un repellente di non provata efficacia, sarebbe un comportamento gravissimo che mette in pericolo i cittadini".
D’altro canto il sindaco Luca Serfilippi, benché eviti di citare proprio il kit ’incriminato’, difende "tutte le misure adottate dal Comune", parlando di una situazione "sotto controllo" e rispolverando un frasario – "la curva dei casi in decrescita" – che sembrava archiviato insieme alla lunga stagione della pandemia. "Il picco si è verificato tra il 14 e il 17 settembre, e ora siamo in una fase di stallo che anticipa una discesa graduale". Aggiunge Augusto Liverani, direttore del Dipartimento di Prevenzione Ast: "L’apparente aumento dei casi è legato ai ritardi nelle diagnosi. Inoltre non ci sono stati casi gravi né decessi tra i 35 ricoverati". Solo un’anziana già affetta da patologie ha avuto una forma severa del virus. Mentre l’unico caso pediatrico risulta in buone condizioni. La buona notizia è che, grazie alla disinfestazione massiccia e al trattamento larvicida su 14mila tombini, il territorio sarà più protetto la prossima primavera. Malgrado l’ottimismo, però, le indicazioni degli esperti del ministero della Salute – con i quali c’è stata martedì una riunione a cui hanno partecipato rappresentanti di Comune, Regione, Iss – sembrano voler aggiustare un po’ il tiro. L’impressione è che da Roma ritengano che le dimensioni del fenomeno sono sottostimate, e che quindi sia necessario un monitoraggio più puntuale, non solo sui sintomatici ma anche sugli asintomatici, "come i conviventi dei casi confermati".