Pesaro, medico morto carbonizzato. Lunedì l'autopsia

La vittima è Enrico Maria Lemma, noto come medico delle patenti di guida. E’ la moglie che ha scoperto il cadavere. Indagano i carabinieri

Carabinieri e pompieri sul luogo della tragedia

Carabinieri e pompieri sul luogo della tragedia

Pesaro, 30 giugno 2018 - Ore 12, le sirene sfrecciano verso la zona del Ledimar. Due tornanti in salita presi di corsa da ambulanza del 118, vigili del fuoco e carabinieri, fino a incrociare, a destra, il cancello aperto che porta a una villetta in via dell’Allodola, civico 11. La stradina sale di fianco a un giardino con legna accatastata perfettamente per l’inverno. Ma c’è chi la prossima stagione non la vedrà più. La scena che si presenta alle forze dell’ordine è raccapricciante. A lato della della grande villa bianca, nel giardino, appoggiato di schiena a una siepe, c’è un corpo devastato dalle fiamme, scuro e duro. E’ quello di Enrico Maria Lemma, 73 anni, noto medico di Pesaro in pensione, ma che molti conoscono in provincia come medico delle patenti di guida. Un professionista stimato. Accanto a quel corpo carbonizzato, nel giro di due metri circa, un accendino e i resti di una tanica sciolta che conteneva presumibilmente liquido combustibile.

Sono le uniche due tracce che inducono a pensare a un probabile suicidio. Ma tutte le ipotesi sono aperte. I carabinieri indagano. Ascoltano i famigliari. La nuora del medico, in attesa di un bimbo, viene accompagnata in ospedale sotto choc. La moglie e i figli sono disperati. I vigili del fuoco, in un primo momento allertati per un incendio in un giardino con un uomo carbonizzato, non hanno azionato un estintore. Non c’è traccia di fiamme. Solo un cerchio che fa pensare a un falò, ma senza neanche un filo di fumo. Arriva il capitano dei carabinieri Massimiliano Iori. Iniziano le indagini. Tocca alla Scientifica dell’Arma ricostruire la dinamica e risalire alle cause. Arriva sul posto anche il pubblico ministero Valeria Cigliola, per accertarsi della dinamica. L’ipotesi più probabile è quella del suicidio, ma si attendono i risultati dell’autopsia, fissata per lunedì prossimo. Nel frattempo l’area è stata transennata e l’accesso vietato. La famiglia sotto choc chiede il riserbo e ci invita ad uscire.

Secondo una prima ricostruzione sarebbe stata la moglie del medico a fare la macabra scoperta. Maria Cristina Valpondi era uscita attorno alle 9,15 del mattino per fare alcune compere e aveva lasciato il marito in casa mentre faceva colazione. Al suo ritorno, quasi tre ore dopo, ha visto un corpo in giardino, adagiato a terra e con la schiena appoggiata sulla siepe. Ha chiamato il marito in casa. Nessuna risposta. Quindi si è avvicinata a quel corpo e ha riconosciuto le ciabatte: era Enrico Maria. Quindi le telefonate e l’arrivo dei soccorsi. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Bisogna capire cosa sia accaduto esattamente. Se e come sia stato possibile che l’uomo abbia fatto tutto da solo senza tracce di fuoco intorno, nemmeno sulla siepe. Un particolare che induce a pensare all’ uso di liquidi infiammabili molto veloci, benzina o nafta. Un lampo di fuoco. La morte senza un grido.