Morso dal cane ai genitali, "Due millimetri ancora e morivo dissanguato"

Il 118 non c’era. In ospedale con l’auto del figlio

Fatmir Sulejmani ha avuto 40 punti di sutura al basso ventre. Farà causa civile e querela penale

Fatmir Sulejmani ha avuto 40 punti di sutura al basso ventre. Farà causa civile e querela penale

Pesaro, 22 luglio 2018 - Si chiama Fatmir Sulejmani, 56 anni, macedone, in Italia da venti, artigiano edile, vive con moglie e due figli vicino a Urbino, a Gallo di Petriano. E’ lui che è stato azzannato ai genitali da un pastore maremmano in un cantiere di Bevagna, a 9 chilometri da Foligno. Ieri al telefono, Fatmir ha parlato della sua disavventura:

Come è successo?

«Stavo facendo un lavoro di pavimentazione di una casa a Bevagna. Era il secondo giorno di lavoro. Avevo visto quel cane ma essendo legato non mi dava pensiero».

Invece?

«Me lo sono visto saltare addosso. Mi ha azzannato ai genitali, strappandoli per buona parte con dei denti terribili».

Come lo ha cacciato via?

«Io gli sono caduto addosso, stavo svenendo. Mi ha salvato mio figlio di vent’anni Evzal. Ha dato prima un calcio al cane e poi una spinta».

Evzal prende il telefono: «Stavo svenendo anch’io. Ero sotto choc. Vedevo mio padre che sanguinava lì davanti, bianco in faccia come un morto, il cane che poteva tornare all’assalto. E’ stato un momento terribile, mi sento male anche adesso».

Ma lei Fatmir si è reso conto subito del pericolo che stava correndo?

«Perdevo sangue, avevo un dolore che non riuscivo a sopportare. Ho tamponato il sangue con qualcosa perché sapevo che potevo morire dissanguato, mentre i miei figli Evzal e Shefki di 24 anni che quel giorno mi avevano accompagnato, hanno chiamato il 118. Che però non c’era».

Cosa vuol dire? Il 118 non ha risposto alla chiamata?

Dice il figlio Evzal: «Ci hanno detto che l’unica ambulanza era a Perugia e ci voleva un po’ per tornare a Bevagna. E noi non avevamo il tempo di aspettare».

Che cosa avete fatto?

«Mio fratello Shefki ha preso la macchina, ha caricato papà e sono corsi verso l’ospedale di Foligno. Io non ci sono salito perché sarei svenuto. Temevo di veder morire mio padre, non ce la facevo a reggere, avevo il cuore a mille, piangevo, mi disperavo. Mio padre perdeva sangue, mi sentivo male».

Quando siete arrivati a Foligno, cosa le hanno fatto Fatmir?

«Mi hanno fatto subito un intervento di ricucitura e ripulitura e chiuse le ferite. Ho avuto 40 punti di sutura. Al termine mi hanno detto che ci vorrà del tempo per recuperare ma guarirò».

Ha corso il rischio di morire?

«I medici mi hanno detto che bastavano due millimetri più a sinistra e sarei morto dissanguato all’istante. Devo la vita ai miei figli. Ah, il padrone del cane è venuto in ospedale a chiedermi scusa».

L’avvocato Gianluca Sanchini tutela Fatmir Sulejmani: «Di fronte alla gravità di quanto accaduto, ho avuto il mandato di avviare immediatamente sia la causa civile di risarcimento sia una querela per le lesioni gravissime procurate dal cane».

Intanto Fatmir è tornato a casa e deve stare in assoluto riposo: «Ho ancora dolore, mi muovo poco, ma quel che conta e che sono ancora vivo».