Manuel Crupi morì per salvare piante di marijuana, rinviato a giudizio l’amico Marco Casanova

Il pierre 23enne morì il 31 gennaio del 2012, nel tentativo di spegnere l’incendio che stava distruggendo il seminterrato della casa in cui viveva, a Mombaroccio, e in cui era stata approntata una piantagione di marijuana

Manuel Crupi

Manuel Crupi

Pesaro, 4 marzo 2015 - Dovrà rispondere davanti al giudice, il prossimo 1 luglio, del reato di omicidio colposo, per la morte dell’amico. Ieri mattina il gup ha rinviato a giudizio il pesarese Marco Casanova, classe 1988, responsabile secondo la procura della morte di Manuel Crupi, 23 anni al tempo della tragedia. Crupi faceva l’università a Milano e lavorava come pierre nelle discoteche e nei locali della Romagna. Morì il 31 gennaio del 2012, nel tentativo di spegnere l’incendio che stava distruggendo il seminterrato della casa in cui viveva, a Mombaroccio, e in cui era stata approntata una piantagione di marijuana.

Secondo la Procura, l’amico di Manuel, Marco Casanova, difeso dall’avvocato Andrea Monsagrati, è responsabile in quanto quell’impianto era altamente pericoloso, e Casanova aveva allestito la piantagione assieme a Manuel, e la gestivano assieme, da qui la responsabilità di Casanova, seppure colposa. Lo stesso amico ha già patteggiato in passato sia per il reato legato alla coltivazione della marijuana, sia per l’incendio colposo che la distrusse. Nel prossimo luglio la difesa cercherà di dimostrare in dibattimento che anche per la morte dell’amico non sussistono responsabilità a carico di Casanova.