Morti per Covid Pesaro, partono gli esposti. Ora i parenti denunciano i sanitari

Circa venti segnalazioni giunte nelle procure di Pesaro e Urbino riguardo alle carenze nella assistenza

L’intervista del primario al "Carlino", alla base di alcuni degli esposti

L’intervista del primario al "Carlino", alla base di alcuni degli esposti

Pesaro 13 ottobre 2020 - Le famiglie dei defunti per covid non si rassegnano. Molte di loro hanno presentato e stanno presentando esposti in procura sia a Pesaro che a Urbino. Almeno venti quelle arrivate. Si ipotizza una mancata assistenza o adeguate cure ai loro congiunti. Nel mirino, ci sono medici, ospedali, asur, case di cura, rsa, ditte, uffici, negozi dove i loro congiunti potrebbero essersi ammalati. Per quanto riguarda Marche nord e gli ospedali dell’area vasta, l’accusa è ancora peggiore: in molti esposti si fa espresso riferimento alle parole del primario di neurochirurgia di Pesaro Letterio Morabito che il 12 aprile scorso, in piena pandemia, dichiarava al Carlino il dramma dei medici che hanno dovuto scegliere per mancanza di respiratori chi dovesse vivere e chi morire. Ecco cosa dichiarò il medico: "...lo posso testimoniare perché sono stato in contatto con i colleghi che erano in prima linea. C’è stato un senso di impotenza per aver dovuto, nelle prime due settimane di epidemia, scegliere quali persone far vivere e quali no". E ancora: "...Nessun paziente a casa ha avuto la gestione che meritava e quando arrivavano in ospedale erano gravissimi. Il numero verde, il tampone a casa, la radiografia gestita dal medico di famiglia sono stati solo annunci. E’ stata una tragedia". In altre parole, il dottor Morabito accusava i vertici sanitari per la gestione dei malati, a parer suo disastrosa, con la conseguenza di 523 morti per covid in provincia di Pesaro e Urbino (contro i 214 di Ancona, i 165 di Macerata, i 66 di Fermo e i 14 di Ascoli Piceno). Gli rispose Lucia di Furia dirigente del servizio sanità della Regione: "E’ falso e molto grave nei confronti dei cittadini affermare che la sanità marchigiana scelga quali persone far vivere e quali no. Al contrario, la sanità marchigiana si impegna per garantire tutti i cittadini, con una assistenza qualificata anche in una emergenza straordinaria come quella che stiamo affrontando". Il dottor Morabito rispose che quelle della Di Furia erano chiacchiere da burocrati e che la realtà di oltre 500 morti era sotto gli occhi di tutti. Adesso anche le due procure stanno accertando se davvero tra marzo e aprile è stato deciso chi far vivere e chi far morire.