Museo Morbidelli Pesaro, la proposta di un imprenditore: "Facciamolo a Modena"

Collezionista scrive al ministro Franceschini: "Lì ho un capannone di 3mila metri quadrati"

Il Museo Morbidelli, Pesaro (Fotoprint)

Il Museo Morbidelli, Pesaro (Fotoprint)

Pesaro, 17 settembre 2019 - «I musei  così non stanno in piedi se non si mettono altre attività attorno, come un hotel. Con cinque euro non paghi il personale ed è inutile che poi le amministrazioni ti chiedano di tenere aperto». A parlare è Francesco Bazzani, commerciante di mobili di Sanguinetto di Verona, ed appassionato e grande collezionista di moto – circa 200 – che ha inviato un paio di lettere sul museo Morbidelli: una al neo ministro della Cultura Dario Franceschini e l’altra al sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Cosa vuol fare Bazzani? Vuole nella sostanza prendere le moto del museo Morbidelli, accoppiarle alle sue, e portare tutto a Modena.

Perché Modena? «Perché c’è il museo Ferrari, poi c’è anche la Lamborghini e quindi la Maserati. Io lì ho un capannone di 3.000 metri quadrati che potrebbe essere utilizzato per questo scopo. Ho anche un grande parcheggio e dietro delle aree che potrebbero essere sviluppate per farci attività di contorno al museo, compreso un hotel. Perché gli appassionati ci sono».

E chi paga? «Deve pagare il ministero perché siamo di fronte a moto che sono un patrimonio unico, delle vere e proprie opere d’arte, tanto è vero che mi hanno detto che ora le moto di Morbidelli sono bloccate in Inghilterra».

false Lei ha mai incontrato Morbidelli? «Volevo, ma mi hanno detto che non era il caso. Diciamo che mi sono interessato».

Ma gli eredi di Giancarlo Morbidelli vogliono soldi? «Questo non è un problema mio, ma del Ministero dei Beni Culturali. Io dico solamente che metteremo insieme forse il più grande museo delle moto d’Europa perché anche io ho moto eccezionali come la Indian che venne regalata in America a Giacomo Puccini».

Ma lei è sicuro che la cosa funzioni? «Guardi io vendo mobili ma nasco come meccanico e grande appossionato di motori. Sto andando in questi giorni a comprare una vecchia Benelli bialbero venduta da uno dei figli dei Benelli. La mia collezione ha grandi pezzi».

Sì, va bene, ma il business dovè? «Le dico solamente una cosa. Il marchio Bugatti è nato a Ferrara, stiamo parlando di un’auto nata in Italia. Sa dov’è il museo della Bugatti? In Francia. Un piccolo paesino che inizialmente era una buco. Adesso arrivano tutti gli anni migliaia di persone da tutto il mondo per visistarlo. Un gandissimo affare per tutti. Per questa ragione dico che la mia collezione e quella di Morbidelli vanno riunite per creare un museo unico in Europa. Che potrebbe attrarre tantissimi appassionati e poi soprattutto in una terra, come Modena, che ha visto nascere grandi marchi dell’automobilismo».