Pesaro, nonna Jolanda dopo lo sfratto ha trovato un tetto

A trovare l’alloggio è stato il servizio di assistenza sociale del Comune che provvederà a lei per tre mesi. Intanto il figlio Leo cercherà una sistemazione. L’albergo di Villa Fastiggi che apre la porta agli ultimi

Pesaro, 8 dicembre 2022 - Ricordate la storia di Jolanda Ripanti, la donna di 94 anni sfrattata dalla sua casa di Candelara insieme al figlio Leo di 52 anni? Hanno trovato un tetto. Ora alloggiano alla pensione Villa Fastiggi in via Brigata Garibaldi 1. Sono stati sistemati in un bilocale, con bagno. Potranno starci almeno tre mesi.

Due i motivi per cui non sono finiti in strada con lo sfratto esecutivo. Dopo l’articolo che parlava della loro vicenda, l’amministrazione comunale è intervenuta facendosi carico di trovare subito un alloggio per l’anziana donna e il figlio garantendo il pagamento per tre mesi delle loro camere e la seconda ragione è ancora più rara: hanno trovato la disponibilità della pensione Villa Fastiggi, nell’omonimo quartiere, che ha una caratteristica: accetta nelle proprie camere gli ultimi, chi non può permettersi una casa ma solo un aiuto. Non li caccia, al contrario gli dà forza e fiducia. A pagare sono spesso Caritas e amministrazione comunale.

Jolanda, 94 anni, sorride. Ora ha una camera calda
Jolanda, 94 anni, sorride. Ora ha una camera calda

Il figlio di Jolanda Ripanti, Leo, racconta: "Lo consideriamo un miracolo esser riusciti a trovare un tetto grazie al giornale che ha potuto far conoscere la nostra storia e mettere in moto in maniera rapida l’ufficio delle assistenti sociali del Comune. Capisco che i casi come i nostri, persone costrette a lasciare la casa perché sotto sfratto, possono essere tanti ma io ho mia mamma di 94 anni che dopo una vita passata in quella sua casa è stata costretta a lasciarla. Ora mi metterò a cercare una sistemazione anche se non ho un lavoro stabile. Ma siamo fiduciosi".

Racconta Giorgia Amadori, contitolare della pensione che fa capo alla società Fratelli Amadori, che ospita Jolanda e il figlio: "Noi abbiamo 15 camere e sono sempre occupate perché le associazioni caritatevoli e il Comune ci chiamano molto spesso. Capisco che non ce ne siano molti di alberghi come il nostro ma noi abbiamo adottato questa politica di grande apertura per chi ha problemi. I turisti da noi non vengono. Non siamo ovviamente dei missionari o persone ricche che possono ospitare gratuitamente i clienti, abbiamo delle tariffe per ogni camera che nel caso della signora di 94 anni sono di 54 euro al giorno, ma rimanendo per un certo periodo abbiamo praticato uno sconto. Abbiamo anche gli inconvenienti ma pochissimi. Come persone ch e sono fuggite senza pagare. Nel nostro albergo vengono spesso anche operai e tecnici inviati da ditte per la manutenzione nelle fabbriche qui vicine. A volte ci dicono che pagano al termine del soggiorno, ma poi rimandano e spariscono. Gli ultimi invece non mancano mai alla loro parola. E’ vero che sono aiutati ma a volte loro stessi onorano il pagamento con quello che hanno".

Aggiunge Giorgia Amadori: "In questo momento abbiamo sei ragazzi senegalesi nelle nostre camere. Sono arrivati qualche mese fa su indicazione dei datori di lavoro che per un certo periodo hanno provveduto al pagamento dell’alloggio ma ora che lavorano stabilmente sono gli stessi ragazzi a pagare tutto. E questo ci rende felici perché significa che si stanno inserendo col lavoro e con l’impegno. Purtroppo dobbiamo dire no a tantissime altre richieste. Vista la situazione abbiamo anche pensato di allargare l’albergo ma la pratica burocratica è talmente lunga e complicata che ci ha demoralizzato. Ma non disperiamo".

ro.da.