Estorsione, ex olgettina alla sbarra. E sette anziane confermano le accuse

Le testimoni hanno raccontato di come quell’avvenente 32enne che ha suonato alla porta di casa loro sia riuscita a far mettere una firma su un contratto capestro

Erika Marcato

Erika Marcato

Pesaro, 21 febbraio 2020 - Sette nonnine e l’olgettina. Dal suo posto in prima fila, accanto ai suoi legali, ieri mattina, la bella imputata Erika Marcato ha guardato sfilare sul banco dei testimoni le sette anziane presunte vittime dei suoi modi gentili, ma con un doppio fine. Quello illecito dell’estorsione bella e buona, almeno secondo la ricostruzione della procura di Pesaro, ordita dalla 32enne padovana, nota per essere stata una delle ‘olgettine’ invitate alle cene di Berlusconi ad Arcore, insieme con altri tre complici, Amedeo Gagliardi, padovano, Mirco Chieregato e Andrea Callegari.

Estorsione tentata e consumata, ma anche lesioni per Gagliardi, gli addebiti contestati dal pm Giovanni Narbone, il quale ieri ha visto confermare il suo quadro d’accusa da tutte e sette le vittime. Le testimoni hanno raccontato, in ben 4 ore di udienza, di come quell’avvenente 32enne che ha suonato alla porta di casa loro sia riuscita a fargli mettere la firma su un contratto capestro. La Marcato diceva che quella sigla sul foglio serviva solo ad attestare il suo passaggio e a farle guadagnare il suo compenso. In realtà però era un contratto in piena regola con cui si erano obbligati ad acquistare elettrodomestici, casalinghi, materassi.

Passati 15 giorni, cioè scaduto il termine per il diritto al recesso, si presentava un socio della Marcato, Gagliardi, noto alla giustizia, il quale spiegava alla famiglia che con quella firma si erano impegnati a comprare i prodotti e in alcuni casi, davanti al rifiuto, preannunciava con toni duri una causa di risarcimento. Processo aggiornato per concludere l’istruttoria. Poi discussione e sentenza.  e. ros.