Rinvio a giudizio per omicidio volontario a carico di Michael Alessandrini e tre aggravanti confermate: premeditazione, crudeltà e futili motivi. È quanto ha deciso ieri pomeriggio il gup Giacomo Gasparini al termine dell’udienza preliminare. Michael Alessandrini, il reo confesso che il 20 febbraio del 2023 uccise il 27enne Pierpaolo Panzieri con 23 coltellate, senza un motivo vero. Erano amici di infanzia e Pierpaolo lo aveva addirittura invitato a cena.
Così il processo inizierà il 3 luglio del 2024 in Corte d’Assise. Dovrà fare luce sui perché che spinsero Alessandrini ad uccidere Pierpaolo, l’unico amico che gli era rimasto. Durante la scorsa udienza, la testimonianza di Alessandrini aveva portato a galla un movente passionale. "Ero innamorato di lui", aveva dichiarato davanti al giudice in udienza preliminare, cambiando per la quarta volta il movente che l’avrebbe spinto all’omicidio. Poi si era rifiutato di rispondere agli avvocati di parte civile dicendo di essere stanco e chiedendo di poter tornare in carcere.
Ieri mattina, invece, non si è presentato in aula. Uno dei suoi legali, l’avvocato Salvatore Asole, ha riferito che il 31enne, in ansia per il processo, si è sentito male durante la nottata di lunedì non riuscendo quindi ad essere presente. Chi invece non si è perso nemmeno un secondo della faticosa giornata (che ha visto l’udienza aprirsi alle 10 e concludersi alle 17.30), sono stati i famigliari di Pierpaolo che, da mesi, aspettavano il rinvio a giudizio e la data di inizio del processo in Corte d’Assise.
"Andiamo a fare il processo nella sede adatta, in relazione alla gravità degli avvenimenti – ha sottolineato Paolo Biancofiore, avvocato della famiglia Panzieri -. Era quello che ci aspettavamo, era quello che dovevamo avere e lo abbiamo avuto".
Tutta la famiglia di Pierpaolo, commossa e provata, è uscita dall’aula dopo diverse ore di discussione: "La legge per adesso ha risposto alle nostre aspettative – ha sottolineato Laura Gentilucci, mamma di Pierpaolo -, oltre ad avere molta fiducia nella giustizia io ho fiducia nei fatti. I procedimenti sono lunghi ed articolati, ora andiamo avanti soddisfatti. Una cosa è certa, mio figlio non meritava tutto questo".
A non avere dubbi sulla figura di Michael Alessandrini, a cui è stata riconosciuta una semi-infermità mentale, è l’avvocato di parte civile Fabio Anselmo che ha sottolineato come l’omicidio Panzieri fosse stato architettato dal 31enne in modo minuzioso: dalle coltellate alla schiena alla fuga con meta l’Ucraina. Poi, circa un mese dopo, avvenne la sua cattura a Basov, in Transilvania: "Alessandrini ha dominato la scorsa udienza, un infermo di mente non ha queste capacità : – ha detto l’avvocato Anselmo – a me fa paura, raramente mi è capitato di incontrare uno sguardo così freddo, calcolatore e preciso".
Non si aspettavano nulla di diverso nemmeno gli avvocati della difesa, Carlo Taormina e Salvatore Asole, che hanno sottolineato i possibili retroscena proprio sulla semi-infermità di Alessandrini: "Abbiamo avuto degli spunti importanti – conclude Asole -, l’integrazione della perizia sulle condizioni mentali del nostro assistito non viene esclusa in Corte d’Assise".
Giorgia Monticelli