"Ospedale, si privatizza se mancano i medici"

L’assessore regionale Filippo Saltamartini risponde sui casi di Urbino e Pergola alle sollecitazioni di Ruggeri (M5S) e Vitri (Pd)

Migration

Negli ospedali di Urbino e Pergola non ci sarà un’esternalizzazione dei servizi, né una privatizzazione, ma, laddove si renda necessario sopperire alla mancanza medici e dirigenti medici per "erogare servizi indispensabili ai cittadini", ci si "potrà affidare alle cooperative" per garantire le prestazioni.

Lo ha detto ieri in Consiglio regionale Filippo Saltamartini, rispondendo a due interrogazioni, da parte di PD e M5S, che chiedevano chiarimenti in merito. "Non è stato esternalizzato alcun servizio, né privatizzato – spiega l’assessore regionale alla Sanità –. Il tema è garantire i servizi indispensabili e abbattere liste d’attesa per prestazioni che si rendono necessarie dopo due anni in cui molti cittadini hanno compresso i propri bisogni sanitari. L’indicazione fornita alle aziende è di dare risposte, come previsto dal Servizio sanitario nazionale e dai principi del Ministero della Salute: negli ospedali di Urbino e di Pergola sono autorizzate a ricercare tutte le professionalità mediche in qualunque direzione, non solo con bandi e avvisi pubblici per assunzioni, ma anche ricorrendo a cooperative che possano aggiudicarsi l’esercizio di alcune prestazioni. I problemi che abbiamo sono connessi alla mancata programmazione nella formazione del personale sanitario, che riguarda molti Paesi dell’Unione europea, ma, visto il profondo indebitamento dell’Italia, le Regioni non sono libere di aumentare il disavanzo o di finanziare la sanità con risorse proprie, salvo che si tratti di investimenti o di spese per investimenti. Dovendo però garantire la tutela della salute, in mancanza di personale da assumere con bandi, concorsi e avvisi pubblici, si farà ricorso, se necessario, anche alle prestazioni delle cooperative, il cui finanziamento non incide sul tetto di spesa".

Secondo il consigliere Micaela Vitri, del Pd, la risposta di Saltamartini è "generica e poco puntuale, perché avevo chiesto se fosse stato siglato l’accordo con le cooperative dopo il bando annunciato l’11 febbraio, in una nota Asur, che non parlava solo di ricorrere all’aiuto di cooperative, come avviene da tempo al Pronto soccorso di Urbino, ma dell’esternalizzazione di cinque reparti. Oltre a ciò, anche a Pergola si diceva di un’esternalizzazione a un’équipe privata nel punto di primo intervento e nel blocco operatorio. Dopo la nota, non ci sono più state comunicazioni. Mi chiedo anche cosa ne sia stato del piano sociosanitario annunciato da settembre. L’unica certezza è che gli ospedali di polo non sono stati riaperti, che le guardie mediche sono state chiuse, e che la maggior parte dei servizi è stata privatizzata con esternalizzazioni alle cooperative".

Contrarietà anche dal M5S, con il consigliere Marta Ruggeri che spiega: "Il ricorso alle cooperative è partito con la Giunta Ceriscioli e noi siamo critici ora, così come lo eravamo allora. Il limite della privatizzazione della sanità è emerso con l’emergenza covid e, anche se non parliamo di esternalizzazioni ma di affidarsi alle cooperative, mi auguro che ciò sia per una fase transitoria. Quello che potremmo fare, visto che siamo tutti al Governo, è spingere sui rappresentanti nazionali affinché i problemi che ricadono sui nostri territori, da Roma, siano risolti. Tutte le discussioni ruotano attorno alla mancanza del personale, nello stesso tempo però si porta avanti una gestione della sanità simile alla precedente che, anzi, rischia di peggiorare la situazione. Quindi tutte le promesse fatte dal centrodestra sono state messe da parte. Siamo contrari a queste politiche, anche se capiamo i problemi, però forse dovremmo intervenire in maniera diversa, partendo dal livello nazionale".

Nicola Petricca