ROBERTO DAMIANI E ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Il Palio dei Bracieri è di Santini: Marchio registrato a suo nome quando era il ‘creativo’ di Ricci

Lo ha fatto nel 2022, in quel momento era dipendente del Comune. Da allora detta le regole del gioco. Se l’amministrazione intende davvero estromettere ‘Opera maestra’ dovrà chiedergli il permesso

A sinistra: Massimiliano Santini, ex organizzatore di eventi pubblici. A destra: una delle immagini simbolo del palio dei Bracieri subito dopo la vittoria della contrada al termine della gara

A sinistra: Massimiliano Santini, ex organizzatore di eventi pubblici. A destra: una delle immagini simbolo del palio dei Bracieri subito dopo la vittoria della contrada al termine della gara

Pesaro, 28 agosto 2024 – Il Palio dei Bracieri è proprietà privata e il marchio se lo è intestato Massimiliano Santini. Il brand quindi è suo e se lo gestisce lui. Mister palio è stato l’ideologo degli eventi della passata legislatura di Matteo Ricci: è stato lo stesso sindaco a volerlo nel proprio staff come coordinatore delle iniziative del Comune di Pesaro. E Santini, a proprio nome, ha depositato il marchio d’impresa l’8 settembre 2022 (quando era dipendente comunale) per poi avere l’ok il 20 febbraio 2023, numero di registrazione 302022000126975 da parte dell’ufficio italiano brevetti e marchi. Costo dell’operazione: 101 euro. Il contributo comunale per l’organizzazione del Palio viene assegnato all’associazione Opera maestra almeno dal 2022.

Nell’ambito della nostra inchiesta sugli "affidamenti allegri" fatti dall’amministrazione comunale nei confronti di Opera maestra e Stella polare di Stefano Esposto, abbiamo trovato 30mila euro per il palio 2022 (insieme all’evento per la pizza Rossini), 50mila euro per quello del 2023 e 50mila per l’edizione 2024 che poi sono stati ridotti a 40mila dal sindaco che ha deciso all’ultimo di lasciare l’organizzazione a Opera Maestra ma di pagare i fornitori di servizi direttamente, senza riconoscere contributi direttamente all’associazione. Ma sulle regole del gioco anzi, del palio, il Comune non ha alcuna voce in capitolo perché a dettare legge è, giuridicamente, il proprietario del brand, cioè Massimiliano Santini il cui incarico come dipendente comunale e membro dello staff del sindaco è decaduto dopo le elezioni. Questo significa che se il Comune di Pesaro vuole organizzare un evento con quel nome deve, necessariamente, avere il permesso di Santini che può decidere, a proprio insindacabile giudizio, se concederlo o meno, a quali condizioni e a quale prezzo.

Potrebbe anche decidere di venderlo o di esportarlo. "Il marchio – si legge nella banca dati accessibile a tutti dal sito www.uibm.gov.it, si compone della frase ‘Il palio dei bracieri’ realizzata in normali caratteri di stampa rivendicando la facoltà di riprodurla in qualsiasi forma, carattere e dimensione". E Santini non si è intestato solo il nome dell’evento ma anche lo stemma e lo aveva già fatto molti anni prima. L’8 luglio 2014, infatti, aveva depositato all’ufficio brevetti e marchi, la richiesta per intestare sempre a sé stesso, la titolarità del logo "di forma simil rettangolare – si legge nella banca dati - simboleggiante uno stemma con le bande colorate verticali colorate dei seguenti colori da sinistra a destra: rosso, blu, magenta, bianco, nero, verde, arancione, viola, giallo e azzurro. Sotto lo stemma una banda nera recante la scritta Pesaro di colore bianco in stile medievale". L’ok dell’ufficio brevetti e marchi, in questo caso, è arrivato il 19 maggio 2015 e da allora il brand è suo e può vantare i diritti di copyright ogni volta che il simbolo viene riportato in una maglietta, in un gadget o pubblicazione.