Pandolfi, l’addio con il Cantico delle Creature

Folla commossa alla chiesa del porto: studenti vecchi e nuovi, tanti ambientalisti. Don Marco: "Ha difeso la natura, in questo è stato religioso"

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L’ultimo capolavoro di Massimo Pandolfi è stato quello di riunire un mondo nel giorno del suo funerale. C’erano proprio tutti, nella chiesa del Porto gremita: i suoi studenti, vecchi e nuovi, i colleghi accademici, i professionisti con cui ha collaborato, il mondo ambientalista, i gastronomici ‘neandertaliani’, i politici (il vicesindaco Vimini e l’assessore Murgia), letterati, perfino gli amici urbinati dell’epoca del movimento studentesco. E la moglie Patrizia e la figlia Alice a stringere centinaia di mani. Cerimonia religiosa sui generis, per un amante e difensore del creato. Con il cantico delle creature di San Francesco al posto delle preghiere dei defunti. Salmi che sembrano brani del suo incessante girovagare (‘Su pascoli erbosi mi fa riposare…’).

"Abbiamo condiviso un lungo percorso – ha detto don Marco De Franceschi nell’omelia – anche nell’ultimo tempo, il più difficile e credo che anche Massimo abbia gustato questo clima di partecipazione". Profonda umanità, serenità, impegno e dedizione veri, nel ricordo del parroco. "Chi ama la natura ama Dio, e credo che il Signore gli abbia riconosciuto questo: mi hai amato in tutte le creature. Se Massimo avesse potuto avere un dialogo con Papa Francesco, avrebbero condiviso tutto. Perché distruggere la natura porta fame, miseria. La vita di Massimo in tal senso è stata profondamente religiosa. E’ morto col rosario, che la moglie Patrizia gli ha avvolto al polso. Lo salutiamo ringraziandolo per tutto quello che ha fatto: ha costruito qualcosa di bello e di grande". Il commiato nelle parole lette dall’amata cognata Nadia: "Ci manchi, ci mancherai, talmente tanto che affidiamo al cielo i nostri dolori. Arrivederci, amato nostro’. Poi il viaggio fino al San Decenzio. Grande il suo lascito, a cui dobbiamo anche la nascita dei nostri parchi più belli (al San Bartolo era pronto per lui il ritorno da consigliere). Continuerà a vivere in tutto quello che ha realizzato e nell’opera di chi ha goduto dei suoi insegnamenti. Sperando che anche gli amministratori, coi quali molto si è confrontato per essere poche volte ascoltato, sappiano cogliere il suo messaggio. Lascia anche una grande biblioteca scientifica, meritevole di sistemazione. ma.ci.