Paolini: "Basta con l’Italia che dice solo no"

Il presidente della Provincia contesta il divieto di togliere ghiaia dal fondo dei fiumi: "Per farlo, ci hanno chiesto una ricerca sui pesci"

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di Roberto Damiani

Si sente senza armi, poco più di uno spettatore. Ma non accetta di stare muto alla finestra. Per questo il presidente della Provincia Giuseppe Paolini dice la sua su fiumi e torrenti straripati: "Io mi sono stancato dell’Italia del no. Dando retta a questa categoria, abbiamo trasformato i fiumi e i torrenti in trappole mortali. Una volta la cultura contadina sapeva come affrontare la natura, pulendo a fondo i fiumi. Ora non si può fare niente altrimenti si rischia la galera, non si può toccare un albero trascinato a valle che ostruisce un canale perché alteri l’equilibrio naturalistico essendoci una rana sopra, non si può alzare un argine perché devi tagliare degli alberi, non si può portare via della ghiaia dal sedime di un fiume perché è un furto, cerchi di fare dei piccoli miglioramenti alla foce apriti cielo. Un mio tecnico, l’ingegner Primavera, che per togliere dei tronchi ammassati in un corso d’acqua ha chiesto l’autorizzazione alla Regione, si è sentito rispondere che prima avrebbe dovuto presentare una ricerca specifica sui pesci di quel torrente e garantire che non ne avrebbero sofferto. E’ possibile continuare così? La gente muore, viene travolta dalle piene perché il clima è cambiato e noi non possiamo fare niente per evitarne le conseguenze. A Cantiano c’è da dire che il Comune ha tenuto pulito il torrente ed aveva rinforzato gli argini, e non è bastato. Da altri parti la situazione è peggiore perché è vietato intervenire sui fondali. Così la portata dei fiumi è già alta in partenza, prima dell’arrivo di una qualunque piena. Va abbassata la portata dei fiumi, subito, al più presto. Vanno tolti metri di detriti e di materiale che in questi decenni si sono sedimentati".

"La Provincia purtroppo – continua Paolini – non ha alcun potere. Ci è stato tolto tutto, ora i competenti sono la Regione, il Demanio, il Consorzio di bonifica. Non ci chiedono nulla, né cosa serve fare né dove farlo e tantomeno un consiglio cosa fare. Così assistiamo a scene apocalittiche con paesi come Cantiano ma anche Frontone, Serra Sant’Abbondio o Pergola per non parlare dei paesi lungo il Misa che vengono sommersi dall’acqua. Possiamo parlare di precipitazioni eccezionali ma se avessimo avuto una accurata pulizia dei corsi d’acqua, continua e senza pause, forse le cose sarebbero andate diversamente. Adesso cerchiamo di fare una ricognizione dei danni ma a Cantiano l’area industriale è azzerata e moltissime case disastrate, le strade intorno con voragini, a Frontone alcune frazioni sono ancora isolate per le frane e per l’esondazione del Cinisco. E’ difficile dire quanti soldi serviranno ma sicuramente non meno di 7800 milioni. Noi come Provincia faremo il possibile per sollecitare una rapida risposta dello Stato ma la questione è anche su cosa va fatto per evitare il ripetersi di disastri come questi".

"Dobbiamo prendere atto – dice Paolini – che i fiumi non possono essere intoccabili, va abbassato il sedime oltre a realizzare vasche di compensazione idraulica e tutto il resto. Situazioni come quelle di Cantiano e degli altri paesi possono ripetersi ovunque e in ogni momento"