Parlare meno, ma trovare quei 26mila euro

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Roberto

Fiaccarini

Siamo talmente immersi nei sogni di Ricci, dalla nazionale interrata alla rambla, dalla ferrovia arretrata alla Green line, dal museo della motocicletta a quello dedicato a Dario Fo e Franca Rame, da Macron invitato per il Rof all’auditorium Scavolini mai finito, insomma siamo talmente presi da tutta questa realtà virtuale ma bellissima che aprire un centro estivo in più per i bambini ci sembra troppo banale per essere considerato un problema. Costa 26mila euro aprirlo, dicono. Uno come Ricci, vista la sua narrazione, di fronte a 26mila euro te lo immagini che metta le mani in tasca, ne tiri fuori 30mila e lasci il resto sul tavolo. Manco la ricevuta vuole.

Sembriamo talmente ricchi con i fondi del Pnrr, quelli di riqualificazione urbana, quelli per le periferie, i mutui che Cassa depositi e prestiti ci dà per ogni cosa, anche per la Rambla se la facessimo davvero, sembriamo talmente ricchi insomma che se volessimo potremmo farne un’altra di città. Pesaro 2. Ventiseimila euro sono spicci. Quelli che ti cascano dai pantaloni quando li riponi male la sera.

E invece no. La realtà vera è che il Comune quei 26mila euro dice di non averli. L’ha dovuto dire l’altro giorno l’assessore Camilla Murgia ai genitori che cercavano un posto per i loro figli in quegli asili che dopo la fine della scuola si trasformano, appunto, in centri estivi comunali. Tantissimi bambini, centinaia, non potranno andarci perché non ci sono abbastanza posti, e chiunque abbia uno o più figli sa cosa significhi un problema come questo. A pagarne le conseguenze sono le mamme lavoratrici molto più dei papà lavoratori, perché su questo e su tanti altri fronti il nostro mondo va ancora così nel confronto donne-uomini. A maggior ragione un’amministrazione comunale ha il dovere di risolverlo un problema così. Quei 26mila euro sono l’emblema della distanza tra la fantastica (o fantasiosa?) narrazione ricciana e la realtà: ci racconta che ci porterà su Marte ma intanto non trova due lire per una gita fuori porta.

Ieri pomeriggio, al milionesimo post sui social, ha scritto: “importante per una città è sapersi raccontare, come dico sempre: chi non comunica non esiste, ma chi lo fa troppo è come se non lo facesse”. Che è una palese e involontaria autodiagnosi. Ecco, comunichi di meno per un paio di giorni e trovi quei 26mila euro. Poi torneremo a raccontarci che faremo la rambla.