RICCARDO PAOLO
Cronaca

Pesaro scopre il suo cimitero monumentale. Un convegno per rispondere a ogni curiosità

Il turismo verso i luoghi di sepoltura inizia a prendere piede e la Capitale italiana della cultura prova ad entrare in questo circuito “dark“

Pesaro scopre il suo cimitero monumentale. Un convegno per rispondere a ogni curiosità

Il turismo verso i luoghi di sepoltura inizia a prendere piede e la Capitale italiana della cultura prova ad entrare in questo circuito “dark“

Uguccioni

Un convegno per parlare delle vicende urbanistiche del Cimitero monumentale di via Mirabelli ma anche il linguaggio delle lapidi, l’evolversi dell’idea di estremo commiato, gli arredi funebri, le tombe di famiglia come luogo di autorappresentazione, l’impiego di essenze vegetali, ecc., sino a qualche riflessione sui cimiteri acattolici e ad approfondire la possibilità di inserire il cimitero pesarese nell’ambito di un oggi fiorente "turismo cimiteriale". Nell’occasione di Pesaro capitale italiana della Cultura 2024 la Società pesarese di studi storici propone un convegno sul Cimitero monumentale di Pesaro. L’appuntamento è per mercoledì 16 nella sala del Consiglio comunale con una dozzina di interventi in due sessioni, che iniziano rispettivamente alle 9,30 e alle 15.

Le relazioni saranno pubblicate negli “Atti di convegno“ della Società pesarese di studi storici. Il tema dell’incontro è una assoluta novità, per Pesaro. Il cimitero monumentale sorge, come è noto, attorno all’antichissima basilica di san Decenzio, che un tempo campeggiava nell’aperta campagna mezzo miglio a sud della cinta muraria. Nella lunga storia dell’edificio – cui sarà dedicata una relazione – si ricorda che la basilica viene restaurata attorno al 1787 per i danni di un terremoto secondo un progetto di Gian Andrea Lazzarini; fin lì è stata una normale chiesa extraurbana, ma la sua vicenda si interseca con i bisogni funerari di Pesaro nel 1813, quando dopo essere stata confiscata viene venduta dal regio demanio “italico“ (cioè napoleonico) al comune di Pesaro, il quale – viste le disposizioni sanitarie del momento e assecondando le vigenti idee di "salubrità dell’aria" – utilizza l’area circostante come cimitero cittadino.

Siamo in un momento di sensibilizzazione contro le inumazioni all’interno delle chiese, che è venuta montando dalla metà del XVIII secolo: di tale mutata sensibilità è un momento importante, almeno nell’Italia sotto dominio napoleonico, il celebre editto di Saint Cloud del 1804, che tutti conosciamo perché vi si connette nel 1807 il bel carme di Ugo Foscolo. Nel 1878 un pubblico concorso per la sistemazione del luogo porta al progetto dell’ingegner Giovanni Mirabelli, cui si deve l’attuale porta d’accesso, in solenne stile dorico, e il muro di cinta, tracciato secondo una proiezione ideale del perimetro della basilica. All’interno di quell’area sorgono nel tempo molte tombe di famiglia di pregevole fattura e viene elaborandosi una certa idea di decoro attorno all’estremo commiato.

Fra i temi che verranno trattati nel convegno c’è anche l’inserimento del camposanto pesarese all’interno di circuiti di turismo “dark“, che da qualche lustro han preso piede. A Pesaro riposano personaggi celebri: Terenzio Mamiani, l’esploratore Antonio Cecchi, Mario Del Monaco, Riz Ortolani e la moglie Katyna Ranieri, e un certo numero di musicisti, e altri defunti più legati alla storia locale, dalla marchesa Vittoria Mosca all’ingegner Pompeo Mancini e allo studioso Giuliano Vanzolini; molte sono, inoltre, le pregiate tombe di famiglia, con forme architettoniche che vanno dal più puro classicismo al liberty e al razionalismo piacentiniano.