Produce borse di canapa, ma è condannato per spaccio

L’imputato, 44 anni, pesarese, ha portato in aula una delle sue creazioni. Ma è stato inutile

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È arrivato in aula con in mano le sue creazioni. Voleva far vedere al giudice quelle borse realizzate con la canapa che commercializza sul suo sito e che, a suo dire, gli sono valse l’attenzione di marchi blasonati come Louis Vuitton e Nike. Oltre, però, a quella dei carabinieri che, quando gli hanno trovato quelle piante, lo hanno denunciato per detenzione a fini di spaccio.

Finito a processo, ieri si è svolta l’ultima udienza con l’imprenditore pesarese 44enne, A.F., che si è visto condannare dal giudice Antonella Marrone ad un anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa). Pena molto più alta di quella che aveva chiesto il pm, che aveva invece configurato un’ipotesi lieve di spaccio e presentato un conto di 4 mesi di carcere.

Ora il difensore dell’imputato, l’avvocato Carlo Scalpelli, attende di leggere le motivazioni per poi procedere con l’appello. A spalancare le porte alla condanna, è stato l’esito delle analisi su piante e foglie che hanno riscontrato la presenza dell’efficacia drogante. Secondo l’accusa, dalla sua coltivazione di canapa il pesarese ha ottenuto 375 grammi tra foglie essiccate e infiorescenze da cui avrebbe potuto ricavare 376 dosi medie con un principio attivo di 9395 milligrammi. L’avvocato Scalpelli ha messo in evidenza come l’unica finalità della coltivazione fosse la realizzazione di quelle borse.

e. ros.