Pronto soccorso di Pesaro, se ne vanno cinque medici

Chi in Abruzzo, chi in Umbria, chi in aspettativa. Da 22 unità si passa quindi a 17. Moretti, sindacato Cimo: "Ora serve chiarezza"

L’esterno del pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro nella prima ondata covid

L’esterno del pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro nella prima ondata covid

Pesaro, 28 marzo 2022 - Se ne vanno a frotte. Cinque medici faranno subito le valigie dal pronto soccorso di Pesaro. L’ex primario Umberto Gnudi, già dimessosi e in uscita per dicembre 2022 con lavoro e turni da smaltire fino a giugno, è stato obbligato a sgombrare l’armadietto entro domani 29 marzo, ultimo giorno di lavoro. Dunque, è fuori senza tanti complimenti tantomeno medaglie per due anni di prima linea nella lotta al covid. Poi si è dimessa la dottoressa Vannucci, che dal primo aprile prenderà servizio in Abruzzo, un’altra dottoressa è andata in aspettativa a zero ore, una quarta ha chiesto di non lavorare 10 giorni su 26, un quinto medico, il dottor Cinquepalmi, si trasferisce in Umbria. Erano 22 i medici in servizio, ne rimangono 17, il che significa che da aprile non è chiaro come verranno coperti i turni garantendo medici in numero sufficiente.

"Succede che questi colleghi vanno via potendo scegliere dove lavorare e soprattutto con chi farlo" spiega un camice bianco che preferisce non esporsi. Questo significa che Marche Nord non è più attrattiva come qualche anno fa, senza dimenticare che ad andarsene sono anche gli infermieri. Dieci di loro hanno cambiato sede nelle ultime settimane, e sono in fase di sostituzione.

Si parla dell’arrivo di cooperative che offrono medici per coprire i turni al pronto soccorso, medici provenienti da vari Paesi dell’Est o dell’Africa. Spiega la nostra fonte: "Metà del lavoro di un medico di pronto soccorso è fatto di dialogo col paziente, perché serve a capire e a spiegare che cosa sta succedendo. Non si può bypassare questo aspetto. I professionisti provenienti da altri Paesi, seppur bravissimi, ma questo non lo sapremo mai, non possono dare risposte ai pazienti. Che faranno? Se accertano un dolore al petto chiameranno il cardiologo, se fa male lo stomaco, leggeranno una radiolografia e invieranno il paziente allo specialista".

Il dottor Luciano Moretti, medico e segretario regionale del sindacato Cimo, chiede che l’azienda Marche Nord faccia chiarezza e dica come stanno le cose: "E’ singolare che di fronte ad una uscita continua di medici da un dipartimento importante come quello del pronto soccorso e dell’emergenza del San Salvatore, a partire dal dottor Gnudi, non si convochino i sindacati né si informi la cittadinanza di ciò che sta succedendo".

ro.da.