Punto nascita, scoppia la guerra dei pediatri

Dopo gli attriti con Fano, altri problemi con Urbino. La cooperativa che garantisce i turni è la stessa e i medici non bastano

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Dopo quella tra Pesaro e Fano, rischia di trasformarsi in una ’guerra’ tra Pesaro e Urbino la partita per la riapertura del punto nascita al San Salvatore. Il motivo è semplice: la cooperativa privata che ha vinto la gara per la copertura dei turni di Pediatria a Marche Nord – la Novamedica di Bologna – è lo stesso soggetto che fino a questo momento aveva un incarico all’ospedale di Urbino, che fa capo all’Area Vasta 1. Ecco perché, quando nel reparto della città ducale si è saputo che i camici bianchi stavano per passare, diciamo così, alla ’concorrenza’, gli operatori si sono allarmati. Giovedì scorso hanno fatto presente le loro preoccupazioni, così venerdì le direzioni dell’azienda ospedaliera e dell’Area Vasta si sono incontrate. Una soluzione non è stata trovata ma l’auspicio è che, con il monte ore di turni che garantisce la cooperativa, si riescano a coprire le esigenze di entrambi i presìdi, secondo un’ottica di integrazione che in qualche modo anticipa il nuovo assetto sanitario disegnato dalla riforma, con l’ospedale e l’Asur che diventano un’unica azienda sanitaria territoriale. La realtà, però, è che la coperta è corta, e con le risorse in campo non si fanno miracoli.

Intanto, comunque vada, al San Salvatore è tutto pronto per il 5 dicembre, data prevista per la riapertura del punto nascita e della riattivazione dell’intero blocco materno infantile trasferito nel 2020 al Santa Croce a causa della pandemia: ci sono i pavimenti nuovi, le finiture, gli arredi. E soprattutto ci sono i medici, proprio grazie al maxi-bando da 13 milioni emesso a luglio. Ma ad oggi, a una donna incinta che finisce il tempo il 6 dicembre, di sicuro non viene prospettata la possibilità di partorire a Pesaro. E tagli del nastro non sono in agenda.

A suggerire di prendere tempo, ieri da queste colonne, era stato Luca Serfilippi, consigliere regionale della Lega e dunque di maggioranza. Gli replica oggi Luca Pandolfi, assessore comunale al Welfare e firmatario, già due anni fa, di una mozione per l’immediato ripristino dei reparti alla cessazione dello stato d’emergenza. Un atto che dava voce a tante famiglie che lamentavano un peggioramento dei servizi con il trasferimento a Fano. "E’ora di farla finita – tuona Pandolfi –, la politica non può avere la meglio sui servizi alla persona. Trovano scuse di ogni genere per ritardare il ritorno del Punto nascita, ci hanno messo un anno per fare dei semplici lavori. La direzione generale dell’azienda ospedaliera prenda posizione. Il trasferimento a Fano non c’è stato per migliorare il servizio, ma per la pandemia. Il 90% degli ospedali italiani è organizzato con un ginecologo e un pediatra di guardia e un ginecologo reperibile a casa. Non prendiamoci in giro".

Benedetta Iacomucci