Coronavirus Pesaro, dovevano stare in quarantena. Ma ora sono irreperibili

Sette scomparsi, la denuncia del sindaco di Cartoceto: "Ho già avvertito il prefetto". Ma i gestori della comunità: "Non potevamo bloccarli"

Tre dei sette ragazzi in fuga erano stati sottoposti a test (negativo). Gli altri tre no

Tre dei sette ragazzi in fuga erano stati sottoposti a test (negativo). Gli altri tre no

Pesaro, 24 luglio 2020 - Irreperibili sette extracomunitari che avrebbero dovuto osservare la quarantena in una struttura di Cartoceto. Quattro di loro non erano stati sottoposti al tampone, mentre gli altri tre fuggitivi erano risultati negativi. Si tratta di tunisini, che sono probabilmente diretti in Francia, come ha spiegato Maria Cristina Cecchini, presidente dell’impresa sociale ’Incontri per la democrazia’, che gestisce la struttura di accoglienza.

"Non siamo riusciti a convincerli a non fuggire – ha spiegato –, sebbene siano intervenuti la nostra psicologa e gli altri operatori. De resto non possiamo bloccarli, del resto sono persone in isolamento fiduciario, ma li abbiamo avvisati delle conseguenze penali cui vanno incontro". Una giustificazione che non convince il sindaco di Cartoceto, Enrico Rossi, che sollecita i responsabili della comunità a dotarsi di personale adeguato: "In questi casi serve personale di sorveglianza specializzato – dice –. Altre figure, come psicologi e mediatori culturali, sono utili per svolgere altri compiti". La vicenda ha indotto la Prefettura, anche in vista dell’imminente arrivo di altri otto migranti, di cui tre donne con figli minori e altri soggetti adulti, a convocare d’urgenza i gestori della struttura, insieme ai rappresentanti dell’Asur, alle forze dell’ordine e alla polizia locale. Obiettivo dell’incontro, la responsabilizzazione al controllo e alla vigilanza, in particolare rivolto al gestore della comunità.

Il sindaco ha poi sottolineato che "la polizia locale, malgrado abbia un organico del 50% in meno rispetto alle reali necessità del territorio, collaborerà in modo fattivo nel limite delle possibilità. Ma è ineludibile, vista l’emergenza sanitaria ancora in corso, che ’Incontri per la democrazia’ si prenda carico in modo deciso di questa situazione. Non si può pensare - continua il sindaco – che i vigili possano piantonare 24 ore la struttura".

Infine, il primo cittadino non risparmia una stoccata ai gestori: "Di certo, in passato, ’Incontri per la democrazia’ non ha brillato per l’efficienza nella gestione della struttura, ma viste le importanti risorse percepite per dirigere il centro, l’associazione deve dotarsi urgentemente di figure preposte al controllo. Non si tratta solo di informare i migranti delle misure in vigore: servono adeguate misure di sorveglianza, perché nessuno lasci la struttura sino all’esito del tampone e alla conclusione della quarantena". Infine, in vista dell’arrivo degli altri migranti, il sindaco precisa: "Ho già informato la Prefettura dell’inadeguatezza interna della struttura, che permette la promiscuità tra soggetti adulti di sesso maschile e di donne con figli minori. Una situazione che genera, così come accaduto in passato, condizioni di notevole disagio".