Raffica di tamponi ai bimbi Scuola, si rischia il caos

Decine di alunni in isolamento. "E ieri il drive-in è stato soprattutto pediatrico". Le regole dell’Area Vasta per aiutare gli insegnanti a riconoscere i sintomi

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"Diverse decine gli studenti in isolamento nel pesarese". Tamponi a raffica ad una settimana dall’apertura delle scuole. "Ieri a Urbino il drive-in è stato essenzialmente pediatrico" osserva Augusto Liverani, direttore del Dipartimento di prevenzione Area Vasta 1, davanti ai primi riscontri per l’applicazione della procedura anticontagio nei 54 istituti scolastici della provincia. Prima che il contatore vada su di giri, impedendo all’Area Vasta 1 di reggere l’urto probabilistico che a turno solo i 2.839 bimbetti di prima elementare abbiano, almeno una volta l’anno, un mal di pancia o un raffreddore, Liverani, è corso ai ripari.

Considerando poi che gli studenti in totale sono oltre 48mila ha schematizzato i sintomi per cui le scuole devono attivare la procedura e quelli, ancora più importanti, per cui non deve scattare. E così i mucci – o il naso che cola o rinorrea, frequente nei bambini che crescono – da soli non sono fattore di contagio pandemico. "Non lo sono nemmeno “starnuti e colpi di tosse“ occasionali. Come anche per un episodio di cefalea (mal di testa). Questo è disturbo frequente e aspecifico nei bambini quando isolato, di breve durata e non associato ad altri sintomi come dolori muscolari". Ha inviato questo schema ai dirigenti delle Istituzioni scolastiche e ai servizi educativi dell’infanzia, ma le precisazioni sulla gestione di caso sospetto Covid19 a scuola, purtroppo non hanno sciolto tutti i dubbi come dimostrano le testimonianze dei dirigenti scolastici e quella di Dario Bartolucci, segretario provinciale della federazione medici di medicina generale. Per Liverani, però una quadra va trovata: "E’ auspicabile che le scuole non si allarmino davanti alla sintomatologia – osserva il direttore del Dipartimento – così come è importante che i pediatri arrivino alla valutazione clinica più approfondita del sintomo in modo tale da non richiedere troppi tamponi. Rischiamo il paradosso di fare tamponi allo stesso bambino per gli stessi sintomi più volte". Con l’autunno alle porte infanzia e primaria rischiano la desertificazione, se non per Covid19 per assenze “da male di stagione“.

Solidea Vitali Rosati