
Un commissario francese che ama Tchaikowsky e che indaga su una serie di omicidi di giovani rapper tra Parigi, Londra e la Norvegia. Si intitola Rapkoka (Giraldi editore), il decimo libro di Gianluigi Schiavon (foto) (vicedirettore del Resto del Carlino, autore di romanzi, racconti e poesie), che sarà presentato domani a Urbino alla rassegna Note Noir alla Casa della Poesia in via Valerio 1 (ore 17), per la settima edizione di Urbino plays Jazz. Un libro dagli evidenti richiami musicali, un ‘noir’ che ama i contrasti e che mette involontariamente (o forse no) a confronto non solo generi così diversi (classica e rap), ma anche due generazioni. È lo stesso autore a parlarcene. Un noir, un poliziesco, un giallo.
Come definirebbe Rapkoka?
"Le classificazioni forse interessano più gli scaffali delle librerie; in realtà sono generi che si confondono. Direi piuttosto che si tratta di un noir che ha per protagonista un commissario francese che indaga su una serie di delitti e che si fa aiutare nelle indagini da suo figlio 17enne".
Commissari francesi, c’è un vago richiamo ai classici: Moulin, Maigret o il belga Poirot? "Assolutamente no, Lucien Bertot della Gendarmérie di Quai des Orfèvres è semmai un commissario ribelle, più volte punito a livello disciplinare per la sua condotta non conforme ai regolamenti. Insomma un personaggio atipico, al di fuori degli schemi anche nel modo di condurre le indagini. In questo romanzo infatti Bertot indaga facendosi aiutare da suo figlio 17enne, un rapper".
Padre e figlio che indagano su una serie di delitti. Due generazioni a confronto anche come gusti musicali
"In realtà non si tratta di due mondi così lontani, in questa indagine i due finiranno per integrare competenze, sensibilità, gusti; insomma uno sarà utile all’altro".
C’è qualcosa di autobiografico in RapKoka?
"Involontariamente sì, non a caso ho un figlio che studio ingegneria ma che fa anche il rapper e che mi ha regalato una canzone che ho inserito nel romanzo".
Londra, Parigi, Oslo, un romanzo che ci porta in giro per l’Europa
"Perché io sono un viaggiatore da sempre. Ho scritto anche un libro di racconti che si intitola Giramondo. Per me il paesaggio è un personaggio fondamentale del libro. Saper osservare e riuscire a descriverlo è già metà della scrittura. A volte è il paesaggio che mi suggerisce spunti e situazioni che diventano azioni".
Rapper uccisi e musica rap sullo sfondo; un modo per rivolgersi a un pubblico giovane? "Quando scrivo non penso a un target di lettori. Certo molti lettori giovani sono legati a quel mondo e ne ho incontrati più del solito alle presentazioni e questo mi ha fatto immenso piacere. Io ho molta fiducia nei giovani".
Claudio Salvi