Reddito di cittadinanza, ma abita in Marocco

La Finanza scopre un altro furbetto: dal 2014 non era a Tavullia, anzi era iscrittto all’Anagrafe dei residenti all’estero: 7500 euro da restituire

Guardia di Finanza

Guardia di Finanza

Pesaro, 23 ottobre 2020 - La Guardia di Finanza indaga e uno dietro l’altro "pesca" i furbetti del reddito di cittadinanza, insomma, quelli che percepiscono il sussidio senza averne i diritti. Dopo il 48enne di Vallefoglia che prendeva il reddito nonostante avesse vinto, al gioco (slot e casino on line) 170mila euro, scoperto dalla Finanza agli inizi del mese, ecco spuntare un 27enne che diceva di essere residente a Tavullia, ma in realtà già dal 2014 a Tavullia non c’era, e addirittura dal 2018 è invece risultato iscritto all’Anagrafe dei residenti all’estero (Marocco in questo caso). Nonostante questo, il 27enne di origini marocchine ha percepito indebitamente un totale di 7500 euro (per il 2019 e parte del 2020) derivanti dal reddito di cittadinanza, che lui aveva richiesto e ottenuto, dichiarando nei documenti presentati appunto di essere residente a Tavullia dal settembre 2018. La Guardia di Finanza di Pesaro lo ha scoperto e denunciato, sia alla procura che all’Inps. Il reato è il 316 comma ter del codice penale, cioè l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Le Fiamme gialle dunque hanno bloccato il sussidio a favore del 27enne. Più difficile sarà recuperare quei soldi, i 7500 euro, già da lui incassati. L’indagine nasce come al solito in questi casi da un controllo sinergico tra Finanza e Inps, che hanno scoperto la posizione del 27enne. Dalle ricerche, risultava anche un altro domicilio, stavolta nel Modenese, ma anche quello in pratica fasullo. L’essere residenti in Italia è uno dei tanti requisiti indispensabili per avere diritto al reddito di cittadinanza. Il 27enne invece dal 2108 risulta essersi trasferito in Marocco.

Sia in questo caso, che in quello del 48enne che aveva il sussidio nonostante gli incassi da attività di gioco, le scoperte avvengono dall’incrocio dei dati che la Finanza fa, tramite i suoi controlli e i dati dell’Inps: una volta che sono iniziate le verifiche sul marocchino, mai il giovane è stato rintracciato, nè a Tavullia nè altrove in Italia. «L’attività conferma il ruolo fondamentale di polizia economico-finanziaria affidato alla Guardia di Finanza – si legge nella nota delle fiamme Gialle – a contrasto di coloro i quali, accedendo indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraggono importanti risorse economiche" destinate a chi ha davvero bisogno. Per la cronaca, la procura di Pesaro ha revocato a 15 persone, arrestate, il sussidio. Mentre sono 2921 i percettori del reddito di cittadinanza (circa 750 euro) in tutta la provincia: 688 a Urbino, 1186 a Fano e 1047 a Pesaro.