Referendum, si presenta il fronte del Sì

Socialisti, Azione, Radicali, Forza Italia, Lega, +Europa, Italia Viva di Pesaro hanno spiegato perché la "giustizia deve cambiare"

Migration

La giustizia così com’è vi piace? Troppo facile la risposta. Meglio complicare. Infatti ci sono in vista i 5 quesiti legati al referendum abrogrativo che i cittadini potranno votare domenica 12 giugno ma che difficilmente ne potranno capire fino in fondo il significato. A meno che siano tutti avvocati o magistrati. Gli altri corronno il serio rischio di essere tagliati fuori e dunque di stare a casa. Per evitare proprio questo, disaffezione, indifferenza o disinteresse, ieri mattina tutti i rappresentanti politici locali dei partiti, eccetto Pd, FdI e M5s, che hanno raccolto firme per proporre il referendum, hanno spiegato nella sede del consiglio comunale perché l’appuntamento referendario è importante. Ha iniziato Riccardo Pozzi, a nome del partito socialista provinciale che ha parlato di "rendere la giustizia più efficiente, dobbiamo uscire dallo status quo di processi interminabili per attrarre anche investimenti, e si deve iniziare dall’abolizione della legge Severino che se fosse stata in vigore ai tempi di Pertini non lo avrebbe ammesso alle elezioni. Faremo banchetti in piazza prima del 12 giugno". Ha preso la parola Dario Andreolli della Lega per dire che "dobbiamo essere riformatori e non conservatori, via le correnti nella magistratura, sì alla separazione delle carriere tra magistrati, no all’automatismo della decadenza per condanne non colpose e no all’ingiusta detenzione prima del processo".

Giovanni Amati di Azione (il partito di Calenda) chiede che ci sia "equilibrio tra accusa e difesa, perché io ricordo bene tutte le indagini su mio padre (l’ex sindaco Amati), le angosce e tutti i proscioglimenti ma io ho fatto anche il poliziotto e ho visto quanti delinquenti erano liberi perché il magistrato non convalidava un arresto. E’ un sistema da riformare perché non funziona".

L’avvocato Alessandro Cirelli di +Europa ha detto: "I cittadini hanno l’occasione di farsi sentire per cambiare le cose, per avere un giudice veramente terzo e indipendente, al passo con l’Europa e per ottenere risposte in tempi certi". Giovanni Alvarez di Italia Viva "Meno della metà degli italiani ha fiducia nella giustizia e quando si arresta qualcuno lo si fa per ledere la sua immagine, torniamo a coinvolgere le nuove generazioni per cambiare le cose". Ha parlato anche Teo Bianchini a nome dei giovani socialisti per affermare che "è sparito tra i quesiti quello della responsabilità diretta dei magistrati in caso di errore ma è una battaglia che non va lasciata". Michele Redaelli di Forza Italia ha coordinato l’incontro. Sapeva che era di difficile ’masticazione’ ma che valeva la pena di affrontare per ottenere "una giustizia migliore".

ro.da.