Green pass a scuola, dal 1 aprile tornano i professori no vax

Non potranno entrare in contatto con gli studenti e i dirigenti scolastici dovranno studiare come reimpiegarli. Più di un grattacapo

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Per fortuna in città si contano sulle dita di due mani i casi di insegnanti sospesi. Ma anche se sono pochi, stanno già mettendo in difficoltà i presidi alle prese con il loro reinserimento e l’interpretazione delle nuove in vigore. Potranno infatti rientrare a scuola domani ma non potranno entrare in contatto con gli studenti, gli insegnanti (ma anche il personale Ata) no-vax che dal 15 dicembre scorso, da quando per loro è entrato in vigore l’obbligo vaccinale, avevano rinunciato al lavoro e allo stipendio per restare fedeli ai propri convincimenti anti vaccinali. Per dare quindi ai presidi indicazioni su come comportarsi e concordare anche una linea comune, l’Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola (Anp) ha organizzato per questo pomeriggio un webinar.

Ma poche ore dal rientro dei docenti a scuola, i dirigenti scolastici si erano comunque già dovuti organizzare. "Per fortuna è un fenomeno molto limitato - rivela il preside del liceo Nolfi Apolloni, Samuele Giombi - che da noi riguarda una sola unità. La mia ipotesi al momento è quella di impiegarla in una forma di collaborazione con il supplente chiamato a sostituirlo in questo periodo di sospensione. Chiaramente non potrà farlo in aula, ma magari collaborando all’organizzazione del materiale didattico. Un’altra attività in cui questo docente potrebbe essere impiegato è l’organizzazione dei viaggi didattici che stiamo riprendendo… oppure in interventi di recuperopotenziamento per studenti, in videocollegamento, in orario pomeridiano". "Non voglio far polemica - ha tenuto subito a chiarire la preside del Circolo didattico Sant’Orso, Silvia Faggi Grigioni, che su 300 dipendenti nei due istituti che dirige, contra un paio di casi tra i docenti e altrettanti tra il personale Ata -. Per fortuna ho poche situazioni critiche e non appena avremo indicazioni più chiare cercheremo di individuare attività che possano supportare, chiaramente non troppo lontane dal loro profilo professionale: programmazione e progettazione. Non sarà facile ricollocarli ma è un atto dovuto, così come è doveroso dare continuità al supplente individuato per sostituirli durante la sospensione".

"Qui abbiamo un solo caso - conclude il preside del Liceo Torelli, Raffaele Balzano, l’unico che non deve preoccuparsi del problema - su 100 circa, compresi i precari. Ma è in aspettativa per tutto l’anno scolastico". Dichiarazioni che denotano tutte come l’indicazione del governo, a pochi mesi dalla fine della scuola ma ancora in tempo di emergenza Covid, sia divisiva all’interno degli istituti. Lo ha detto chiaramente il presidente nazionale dell’Anp, Antonello Giannelli e lo condivide l’esponente provinciale Silvia Gelardi: "È molto difficile, negli istituti, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi. Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. Sostanzialmente si andrà a pagare lo stipendio per non lavorare, dando mansioni inesistenti.".

Ma c’è di peggio per i presidi, perché i fondi necessari per pagare i supplenti dei no vax "vengono sottratti dal fondo di istituto - dicono i sindacati -: si prendono cioè alle scuole.

E questo senza tener conto che tali risorse sono già state oggetto di programmazione didattica e di contrattazione, e dunque già impegnate per altre attività".

Tiziana Petrelli