Pesaro, maxi rissa al Campus per la fidanzatina contesa

In venti partono dal Benelli e picchiano tre allievi del Marconi. Due all’ospedale

Pesaro, maxi rissa al Campus: intervengono le forze dell'ordine (Fotoprint)

Pesaro, maxi rissa al Campus: intervengono le forze dell'ordine (Fotoprint)

Pesaro, 6 febbraio 2019 - Ore 10, Campus scolastico. Due studenti del Liceo scientifico, entrambi di 17 anni, e due loro coeatanei del Benelli, si incrociano. L’ex fidanzata di uno dei liceali ora è la ragazza di un altro studente pare dell’istituto Benelli. Il suo ex voleva chiarire con l’attuale ragazzo. Ma l’altro si è presentato con una ventina di amici ed è scoppiata la rissa.

Dopo l’incontro, secondo la ricostrizione fatta dai liceali, i due del Benelli si allontanano, seguiti dallo sguardo dei due liceali, e si accende la miccia: «Ci hanno intimato – denunciano i due ragazzi del Liceo Scientifico – di non guardarli. E che ci saremmo rivisti alla fine delle lezioni. Non ci abbiamo dato peso». Detto, fatto. Sono le 13,45 circa. Suona la campanella per gli studenti del Campus. I ragazzi del Liceo Scientifico scendono le scale e si avvicinano all’uscita. Succede l’inferno: «Ci siamo trovati davanti – riferiscono tre liceali delle quarte classi – un gruppo di venti, venticinque persone dell’istituto Benelli. Un gruppo che ci aspettava minaccioso. Noi non eravamo preparati, anche perché non siamo ragazzi violenti, né siamo abituati a menare le mani e infatti siamo stati presi completamente di sorpresa».

Quindi il racconto dell’aggressione: «Due studenti del Benelli – riprende il racconto dei tre liceali – che facevano parte di questo gruppone, che era stato radunato evidentemente per aggredirci, si avvicinano a uno dei nostri amici e gli sferrano un pugno in faccia. Stesso trattamento riservano ad un altro della nostra classe. Uno di noi si avvicina per difenderli e prende un altro pugno in faccia. Ci stavano picchiando selvaggiamente con calci e pugni e non abbiamo pensato a rispondere con le mani. Abbiamo subito allertato Polizia e Carabinieri perché era l’unica cosa da fare». All’uscita, il parapiglia crea panico tra gli studenti che stanno uscendo: c’è chi grida, chi scappa, chi osserva attonito. I primi a fuggire sono proprio loro, gli aggressori, che lasciano a terra tre ragazzi dello Scientifico con la faccia gonfia per le botte. Tutti faranno ricorso alle cure del Pronto soccorso. Uno di loro, affetto da mononucleosi, doveva essere visitato in giornata, e, secondo il racconto fatto da una mamma, è stato preso a calci e pugni anche all’altezza della milza. Arrivano Polizia e Carabinieri.

Degli aggressori non c’è più traccia. Ma ci sono le telecamere, che hanno ripreso esternamente tutte le fasi dell’agguato e grazie alle quali sarà possibile ricostruire esattamente la dinamica dei fatti, verificando anche l’unica versione tutt’ora esistente, che è quella degli studenti del Liceo Scientifico delle classi quarte: «Meno male che ci sono le telecamere – continuano i liceali – perché altrimenti sarebbe stato difficile rendere l’idea della violenza gratuita che abbiamo subito. Non siamo teppisti abituati alle risse, tanto meno ragazzi violenti – proseguono i liceali – non abbiamo mai pensato di mettere le mani addosso a nessuno e pensiamo che non esistano motivi per farlo. Men che meno futili ragioni legate a fidanzate ed ex fidanzate. Non ci aspettavamo questa aggressione che ci fa molto male in tutti i sensi. Il Campus è un luogo di cultura e di pace, non di violenza».

Attoniti i genitori delle vittime che si sono subito precipitati al Campus ed hanno sporto denuncia e raccontato tutto ai Carabinieri e alla Polizia: «Quello che è accaduto è semplicemente assurdo ed è molto grave. Vedere i nostri ragazzi aggrediti e sotto choc fuori dalla scuola è qualcosa che non possiamo accettare. Speriamo che i colpevoli siano puniti in modo esemplare. Bisogna difendere il Campus dalla violenza».