Rsa Villa Fastiggi, altra tegola: la Regione non paga

Conti in rosso al consorzio che gestisce la struttura. Niente soldi per i ricoveri convenzionati. Biancani: "Servizio sottoutilizzato"

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di Benedetta Iacomucci

Conti in rosso al consorzio di cooperative che gestisce l’Rsa Cives di Villa Fastiggi. La Regione non paga i rimborsi per i ricoveri convenzionati, né sembra avere intenzione di farlo, dato che ad oggi non risultano impegni di spesa. Parliamo di cifre importanti, perché si tratta di circa 80mila euro al mese, per una media di 30 ricoveri. E i mesi da coprire sono tre: ottobre, novembre e dicembre. Insomma, un’altra tegola per questa nuovissima struttura inaugurata nel 2019, costata 18 milioni di euro e rimasta sempre mezza vuota. Ma andiamo con ordine.

L’Rsa Cives gestita dalle cooperative (un’altra ala è in capo al privato Kos Care) dispone di 53 posti convenzionati di Rsa su un totale di 90. Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre l’Rsa di Villa Fastiggi ha accolto e accoglierà una trentina in media di pazienti. Si tratta di anziani non autosufficienti, ma anche adulti disabili, che necessitano di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa a tempo pieno. I costi sono a carico del sistema sanitario, che rifonde le spese sostenute dal privato convenzionato. Ma accade che l’Area Vasta è andata fuori budget, così i rimborsi sono stati al momenti respinti. Dunque restano interamente a carico del gestore, ovvero il consorzio che comprende Coos Marche, Labirinto e Nuovi Orizzonti, tutte coooperative. "Confidiamo di rientrare nelle spese – dicono i gestori – ma al momento di iniziative in tal senso non c’è traccia".

Un altro capitolo della tormentata telenovela che vede da un lato un progetto sanitarioassistenziale nato sotto l’egida dell’allora governo regionale di centrosinistra, e poi scontratosi con i nuovi equilibri politici. Un cambio di rotta che ha mandato i conti in sofferenza, perché una struttura con 90 posti letto non può mantenersi con 30 ricoveri. E la Regione guidata dal centrodestra non ha mai avuto intenzione di convenzionare tutti i 90 posti, compresi i 30 di Riabilitazione. Tanto che a un certo punto il consorzio si è messo sul mercato, cercando il miglior offerente a cui cedere il testimone. Ovvero il gruppo di sanità privata Gvm del presidente Ettore Sansavini: Cotignola, per intenderci. Trattative in corso.

Sulla questione del mancato convenzionamento ha presentato un’interrogazione il vicepresidente del consiglio regionale Amdrea Biancani: "A 2 anni dall’apertura, dei 90 posti disponibili ne sono stati convenzionati solo 53. Mediamente sono solo 30 quelli utilizzati. La Regione non utilizza a pieno le strutture del territorio e i cittadini continuano a rivolgersi in Emilia Romagna per avere i servizi. Qualcosa non va". Biancani si chiede se alla base del sottoutilizzo ci sia un problema di stime errate (ma il piano del fabbisogno fu calcolato dalla stessa Asur), o di carenza di risorse. Nel primo caso, "perché non ragionare su una eventuale trasformazione dei servizi offerti dalla struttura per ridurre la mobilità passiva?" chiede Biancani. Nel secondo caso, "il fatto sarebbe ancora più paradossale, perché mandare le persone fuori regione ci costa molto di più in termini di mobilità passiva". Nello specifico, tra 2017 e 2021 la mobilità passiva è costata 40 milioni di euro solo per la nostra provincia: il 35% dell’intero dato regionale. "Perché non sostenere le prestazioni nelle nostre strutture pubbliche e convenzionate, invece che dare soldi a strutture dell’Emilia Romagna?".