"Scempio ambientale per fare la pista dell’Arzilla"

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Pista dell’Arzilla, continuano le critiche sui lavori (ora sospesi, ma riprenderanno a settembre) voluti dal Comune per allargare il percorso. A dare voce alla rabbia dei cittadini, contrari alla trasformazione di un sentiero nella natura in una ciclabile urbana (inascoltati i comitati cittadini e le associazioni ambientaliste che per contrastare quella scelta hanno organizzato manifestazioni e raccolto firme) è Stefania Roscini che abita sopra la ‘nuova’ pista dell’Arzilla e che ha perfino inviato una lettera alla Procura (per conoscenza anche alla Regione Marche, ai carabinieri, alla Soprintedenza archeologica e allo stesso sindaco Seri) per chiedere la "verifica della regolarità e conformità delle opere eseguite". "Hanno cancellato in un attimo – afferma la signora – i miei tre noci e tutto l’ambiente che in 17 anni si era creato intorno a loro. Ancora non riesco a credere che non ci sia più nulla e che sia rimasto solo un assolato, arido e freddo balcone (il muro di sostegno creato sulla scarpata ndr) inserito in ambiente altrettanto arido, freddo e sassoso. Mi viene in mente solo una frase: ‘Signore perdonali non sanno quello che hanno fatto’". E ancora la Roscini: "E’ sparito un piccolo ecosistema perfettamente inserito nel contesto dell’Arzilla, mi chiedo come sia potuto accadere. Qualcuno dirà che sono noiosa perché mi lamento di tre noci e che ora il percorso è più pulito e ordinato ma io ho il diritto di riavere l’ambiente come era prima. Il problema non sono solo i tre noci tagliati ma quello che si era creato, un perfetto angolo boschivo: dal sottosuolo reso migliore dal fogliame alla raccolta delle noci, dai funghi che spuntavano nel mio orto ai ricci e agli scoiattoli che avevano trovato un ambiente tranquillo dove vivere. Inoltre in estate le meravigliose chiome dei noci regalavano tanta ombra e in inverno i loro rami spogli e maestosi contribuivano a rallentare la furia dei venti da est, mentre le radici ancoravano la sottostante scarpata (dove ora c’è il muro). La natura va accompagnata, non si può pensare di essere migliori di lei, ancora non riesco a credere che non ci sia più nulla dell’habitat che si era creato in 17 anni, perciò voglio gridare l’ingiustizia subita da me e da gran parte della cittadinanza".

Anna Marchetti