Scuola del Libro, un intervento milionario

La sede di via Bramante è chiusa dal terremoto del 2016. Da allora, molto lentamente, è partito un enorme lavoro di restauro

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di Giovanni Volponi

La sede di via Bramante della Scuola del Libro si avvia verso una radicale ristrutturazione, ma i tempi previsti non sono brevi. La scuola è chiusa dal 2016, inagibile dopo il terremoto, e sono in corso dei lavori ormai da anni. Ne abbiamo parlato col dirigente della provincia Maurizio Bartoli, che segue tra gli altri il settore edilizia scolastica.

Architetto Bartoli, a che punto sono i lavori?

"Si è concluso il primo stralcio, che ha visto gli sforzi concentrati esclusivamente sull’adeguamento sismico. È già stato speso l’importo di circa 1 milione di euro per rifare i tetti, rafforzare i solai e creare tutte le uscite di sicurezza necessarie per legge per gli spazi di una scuola pubblica. È stata anche spostata la centrale termica dal seminterrato ad un locale con accesso dall’esterno. Vorremmo rendere l’edificio agibile da almeno cento studenti, divisi nelle varie aule, una capienza che richiede diverse modifiche, tutte concordate con la soprintendenza".

E ora?

"Abbiamo avuto sempre dal Miur un secondo finanziamento di 380mila euro per completare i lavori di adeguamento: entro l’anno assegneremo l’appalto. Poi verrà il cantiere più lungo e complesso".

Ci spieghi.

"Siamo riusciti a ottenere un significativo finanziamento da 4 milioni e 930mila euro legato al sisma del 2016. C’è stato nei mesi scorsi un sopralluogo dei tecnici della struttura commissariale del sisma che ha appurato l’assoluta necessità dei lavori e ci ha assegnato il fondo. Di questo progetto però, essendo legato al terremoto, si sta facendo carico il ministero stesso tramite il commissario straordinario, per cui per l’affidamento di progettazione e successivo appalto la gestione è la loro e i tempi sono i loro. Noi subentreremo quando cominceranno i lavori".

Ovvero quando?

"Il commissario deve individuare i progettisti per redigere i progetti definitivo ed esecutivo. Probabilmente entro il 2023 avremo i progetti, poi ci sarà l’appalto, che durerà diverso tempo. Sono lavori ingenti".

Cos’è previsto?

"Praticamente tutto ciò che serve per tornare ad essere una scuola, ma migliore di prima. Sistemazione della biblioteca e dell’archivio, finiture nei laboratori, pavimentazioni, infissi. Saranno riqualificati il portico e il chiostro, sarà recuperato il seminterrato, finora in disuso, che ha dei locali davvero belli".

Ci sono state criticità?

"L’edificio per la sua antichità e la posizione ha richiesto una progettazione assai accurata, soprattutto per l’accessibilità e le vie d’esodo. Si è partiti da tetti inagibili, travi da sostituire, una situazione di degrado generale di un convento che dimostrava i suoi secoli. Anche l’organizzazione del cantiere è stata dura per i luoghi e i passaggi spesso molto stretti. Ma ci sta dando soddisfazioni".

Quali?

"Siamo orgogliosi del recupero di questi edifici storici; è importante la presenza di scuole nei centri storici, sia per il tessuto sociale sia per la formazione degli studenti, tanto più per i futuri artisti della Scuola del Libro. Altra soddisfazione l’esecuzione dei lavori senza spostare la biblioteca, ma isolandola dal cantiere con estrema cura".