"Si vendono case, ma le ville non le vogliono"

Il presidente dei notai Cesare Licini: "Mercato allegro per abitazioni da 150 a 300mila euro". Per il lusso c’è "un problema di riflettori"

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"Direi che il mercato immobiliare è allegro", dice il presidente dei notai della provincia Cesare Licini. Il professionista che rappresenta il passaggio a livello tra chi vende e chi compra immobili. E tra le particolarità che emergono in questi ultimi due anni di compra-vendite "è il fatto che circa il 20% dei rogiti delle abitazioni, soprattutto quelle che vanno dai 150mila ai 250mila euro vengono stipulati da stranieri".

Americani, svedesi, francesi...

"No, no. Sono nella stragrande maggioranza dei casi moldavi, romeni, ucraini e albanesi. E devo anche aggiungere che sono tutte persone serie, puntuali che fanno questo passo perché hanno ottenuto un posto a tempo indeterminato e quindi a quel punto ottengono il mutuo dalle banche".

Cosa assorbe di più il mercato, il nuovo o il vecchio?

"Direi che dopo l’operazione che è stata fatta in città con le cosiddette ‘torri’ di Mulazzani in largo Ascoli Piceno, solo ora sta tornando a muoversi il mercato delle case di nuova cotruzione. Tanto per intedendersi l’ex consorzio al porto, l’ex Rex in viale Trieste ed altri interventi che sono partiti. Un comparto che è tornato a muoversi e che era praticamente fermo dalla crisi del 2008".

Poi...

"Poi c’è il mercato delle vendite all’asta che nel corso degli ultimi anni è sempre stato molto attivo. Perché se uno riesce ad acquistare, senza andare in gara, capita anche di fare qualche ottimo affare. Quello delle vendite all’asta delle abitazioni è un settore che è stato sempre allegro".

Che resta?

"Il terzo settore che è quello della vendita tra privati. Anche questo si è messo in moto ormai dal 2019 e che sta continuando a tirare anche in questo inizio di anno".

Ma i bonus contano?

"La gente ci guarda, ma non è un fattore determinante. E comunque il boom legato alle varie agevolazioni, secondo me ancora si deve sentire. Comunque bisogna dire una cosa: c’è ottimismo e questo è un ottimo volano per tutta l’economia".

Il Covid: leggenda metropolitana sostiene che molte persone siano alla caccia delle case con un giardinetto o comunque con uno scoperto. E’ vero?

"Assolutamente no, anche perché l’eventuale scoperto fa alzare di molto i prezzi".

Perché si oscilla?

"Diciamo che negli ultimi due anni la spesa varia tra i 150mila euro e 300mila. Dentro questo range c’è il grosso delle transazioni".

Questa effervescenza immobiliare riguarda solamente il mercato pesarese?

"Dal mio osservatorio direi che questa vivacità non riguarda solamente la città di Pesaro, ma anche Montecchio, Montelabbate e Tavullia, tanto per citare tre centri della cintura pesarese".

Si tornano a vendere le case nuove, quelle che vanno alle aste in tribunale, quelle tra privati... ma le ville di pregio o comunque gli appartamenti signorili non li vuole nessuno. Perché?

"A Pesaro quando si parla di ville si pensa sempre a quelle di viale della Repubblica e dintorni. Il problema è che i proprietari hanno nella testa i prezzi di dieci anni fa, cifre che non torneranno forse mai più. Una volta se uno offriva 5 milioni, ti guardavano anche storto. Ora invece non si vendono nemmeno a 2 milioni e mezzo. E poi c’è anche un altro problema..."

E sarebbe?

"Che molte persone, anche potendoselo permettere, evitano di stare sotto i riflettori cittadini. Se si muove qualcosa nel settore è perché c’è qualche innamoramento".

Crollo del 50% dei valori?

"Per alcune tipologie e cioè le case di lusso, rispetto al 2008 il crollo si avvicina al 50 per cento, mentre per le abitazioni intorno ai 200mila euro, il prezzo ha fondamentalmente tenuto in questi anni".

m.g.